Il dibattito sull’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto nazionale del comparto scuola non è ancora entrato nel vivo ma qualche idea sta già circolando.
Ovviamente il tema centrale è quello delle risorse che saranno disponibili e di quelle che sarebbero necessarie.
I sindacati chiedono che alla scuola venga riconosciuto uno stanziamento aggiuntivo rispetto a quello degli altri comparti, ma per ottenere questo risultato sarà necessario individuare una soluzione che possa essere accettata dagli altri sindacati del Pubblico Impiego. Ed ecco che si sta parlando della possibilità di istituire un apposito capitolo nel bilancio dello Stato dedicato proprio al personale della scuola.
Per la verità un fondo del genere esiste già e venne creato all’epoca della ministra Valeria Fedeli ma la sua dotazione è davvero modestissima, 10 milioni di euro, praticamente meno di 10 euro all’anno per ogni dipendente.
Uno dei problemi di cui si sta parlando è quello della formazione: l’Amministrazione vorrebbe introdurre nel CCNL il principio della obbligatorietà, i sindacati stanno facendo resistenza e sembra che il punto di incontro si possa raggiungere usando l’espressione “diritto soggettivo”.
“In cambio” di questa concessione al Ministero i sindacati chiedono innanzitutto che la formazione venga svolta all’interno dell’orario di servizio o comunque retribuita come lavoro straordinario.
Ma le organizzazioni sindacali hanno anche un’altra richiesta pronta: vogliono che nel CCNL venga ribadito in modo esplicito che al personale docente sia riconosciuta la libertà di insegnamento.
Richiesta, peraltro, del tutto superflua dal momento che la libertà di insegnamento è tutelata da una precisa norma contenuta nel 1° comma dell’articolo 33 della Costituzione.
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