Qualche settimana fa di fronte ad una tiepida dichiarazione del Ministro, riguardante il rinnovo contrattuale (“Per questo c’è il Ministro Madia”), esprimevo la mia preoccupazione sul suo disinteresse.
Ora l’altro giorno Stefania Giannini ha dichiarato che nella vertenza contrattuale il comparto scuola “parte in vantaggio” grazie ai prossimi 500 € per la formazione e l’aggiornamento e ai compensi legati al merito. Cosa vuole dire il Ministro con questa dichiarazione? Se le parole hanno un senso, significa che una parte degli aumenti contrattuali sono stati già stanziati.
Quindi ogni richiesta di “adeguamento” all’inflazione degli stipendi (fermi dal 2009 con evidente perdita del potere di acquisto) non ha alcuna ragion d’essere. Almeno in parte. Brutta mossa! Anzi, direi pessima dichiarazione! Procediamo con ordine!
Innanzi tutto il Ministro confonde i piani. Le risorse stanziate dalla legge 107/15 non hanno nessun collegamento con il contratto che ribadisco dovrebbe riguardare l’adeguamento al costo della vita.
Se il Ministro pensa al Decreto Legislativo “Brunetta” (150/09), allora rispondo che questo non abolisce il contratto economico, limitandosi, ahime, ad integrarlo con “dosi massicce” di “aziendalismo” in un contesto che difficilmente è accostabile al mondo della produzione. In secondo luogo, ricordo al Ministro che i rapporti con la scuola sono molto tesi. Lo dimostrano le tante fughe del Ministro alle diverse feste e manifestazioni di fronte alle contestazioni.
Pertanto la firma di contratto “zoppo”, cioè senza la parte economica, con la complicità dei soliti sindacati, rappresenterebbe la rottura finale con il mondo della scuola. E il ministro questo non può permetterselo soprattutto quando si andrà a votare.
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