Si è svolto oggi l’incontro fra il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e le organizzazioni sindacali rappresentative del Comparto istruzione e Ricerca per un confronto sull’emanazione dell’Atto di indirizzo propedeutico al Contratto 2022-24.
Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, come priorità posta all’attenzione del ministro, ha chiesto più risorse per superare l’emergenza salariale: “Il potere d’acquisto degli stipendi del personale della scuola, da tre anni a oggi, è stato eroso da un’inflazione feroce e le risorse stanziate nell’ultima legge di bilancio – il 5,78% in buona parte già attribuito a dicembre scorso – , sono ben lontane dal recupero dell’inflazione reale. La prossima legge di bilancio deve garantire investimenti aggiuntivi per recuperare sia il gap legato all’inflazione, sia le differenze di retribuzione dei colleghi europei e delle altre figure dell’Amministrazione pubblica, oltre che aumentare le risorse per la contrattazione integrativa di istituto”.
“Assieme ai salari inadeguati – ha aggiunto la leader della FLC CGIL – vanno colmate le differenze di trattamento giuridico ed economico tra il personale con contratto a tempo determinato e quello a tempo indeterminato”.
“La valorizzazione professionale di tutte le figure della scuola, docenti e Ata, passa – secondo la dirigente sindacale – anche attraverso una retribuzione dignitosa, oltre che per una formazione forte e costante. La nostra idea di valorizzazione professionale è, infatti, antitetica alla figura del docente stabilmente incentivato promossa dal DL 36/2022. Inoltre, per quanto riguarda i docenti, occorre confrontarsi su di un tema ormai venuto a maturazione: l’inquadramento unico”.
In conclusione Fracassi ha sottolineato la necessità di “mettere fine all’ingerenza della legge sugli argomenti che riguardano il Contratto” e ha messo in evidenza la necessità di un grande piano di assunzioni per implementare gli organici sia del personale docente che di quello ATA, eliminando per quest’ultimo la limitazione delle assunzioni al solo turn over.
Durante il suo intervento, il Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti Rino Di Meglio, ha rivendicato maggiori risorse per la scuola, per far fronte alla carenza di quelle stanziate, che non riescono a coprire l’aumento dell’inflazione nel triennio. Inoltre, ha chiesto di tener conto dell’effetto del cuneo fiscale, constatando che su alcuni redditi provoca un paradosso, ovvero che se si guadagna qualcosa in più, poi si perde quasi tutto.
Sempre, poi, per la valorizzazione della scuola e della funzione del docente, Di Meglio ha chiesto che le risorse accessorie vengano prioritariamente attribuite agli insegnanti che si impegnano verso gli alunni, piuttosto che alle funzioni amministrative.
In conclusione, è stato apprezzato, altresì, il tentativo da parte del Ministro, del superamento del sistema di formazione incentivata, previsto dal Dl n.36 del 2022.
“Il rinnovo del contratto deve innanzitutto tradursi nella volontà di mettere a sistema gli investimenti: il primo è quello sul personale”. Così il segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, al termine dell’incontro.
“Atto di indirizzo a maglie larghe, così come auspicavamo – racconta il segretario – che, con la volontà delle parti, dovrà trovare nel negoziato la valorizzazione del personale della scuola attraverso interventi organici sia di tipo economico che normativo, anche in ottica di miglioramento di diversi istituti giuridici del precedente contratto non sottoscritto dalla Uil Scuola Rua”.
“La bozza che è stata illustrata stamattina prevede la rivisitazione della figura del ‘docente incentivato’ (previsto dal DL 36/2022) che” – ricorda D’Aprile – “ha introdotto un meccanismo competitivo tra docenti”.
“La proposta andrà valutata nel merito ma nelle linee generali ci trova d’accordo – aggiunge – Si tratta di norma discriminatoria, come più volte da noi affermato, che manifesterà la sua efficacia nel 2032 e solo per il 5% dell’intera platea di docenti”.
“Serve uno stanziamento sostanziale per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione a partire dalla detassazione degli aumenti contrattuali e nello stesso tempo bisogna uniformare gli stipendi tra i vari ordini di scuola, a maggior ragione, con lo stesso titolo di studio.
Appare non più rinviabile estrapolare la scuola dai vincoli di bilancio istituendo dei capitoli di spesa in cui far confluire le risorse destinate agli aumenti retributivi”.
“È necessario inoltre incentivare il fondo d’istituto che nel corso degli anni è stato snaturato nella sua concezione originaria a causa dei continui tagli. Le politiche sul welfare relative al caro vita annunciate dal Ministro durante l’incontro – afferma il segretario – necessitano una più puntuale e precisa valutazione per stabilirne la reale attuazione.
Non una questione Nord/Sud ma un problema da Nord a Sud legato alle basse retribuzioni”.
“Stanziare risorse aggiuntive, rimarcare la specificità della comunità educante, rafforzare gli organi collegiali e le relazioni sindacali nonché tutelare la libertà di insegnamento, ponendo attenzione al dettato costituzionale, devono rappresentare i punti caratterizzanti del prossimo rinnovo contrattuale”, conclude il segretario.
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