Nel prossimo contratto nazionale del personale della scuola sarà necessario prevedere una nuova area per le alte professionalità in modo da consentire il superamento del dualismo tra dirigenti e personale non dirigente: lo sostiene l’Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici commentando la sottoscrizione dell’intesa Aran sindacati sulla definizione dei Comparti e delle Aree di Contrattazione Collettiva Nazionale sottoscritta qualche giorno fa.
Ancodis fa osservare che già ora l’articolo 8 del Contratto quadro sulle aree di contrattazione prevede recita: “…., il contratto collettivo nazionale di lavoro, nella sua unitarietà, è costituito …. da eventuali parti speciali o sezioni, dirette a normare taluni peculiari aspetti del rapporto di lavoro …. che necessitino di una distinta disciplina. Le stesse possono anche disciplinare specifiche professionalità che continuino a richiedere, anche nel nuovo contesto, una peculiare regolamentazione”.
Secondo Ancodis, il dualismo dirigenti-non dirigenti è del tutto arcaico in quanto in tal modo “non si riconosce formalmente quel livello intermedio che include una parte significativa di lavoratori pubblici che assumono incarichi aggiuntivi e rivestono funzioni di responsabilità”.
“A soffrire per questa ingiusta omologazione contrattuale – spiega Rosolino Cicero, presidente dell’Associazione – sono proprio quelle risorse professionali che, in conseguenza del loro indistinto inquadramento, vedono negato il pieno diritto di esistenza”.
“Per quanto riguarda in particolare il comparto Istruzione – aggiunge ancora Cicero – nessuno può obiettare che il sistema scolastico, noto per la sua peculiare complessità e per il suo dinamismo (quotidiane criticità e improvvise emergenze, molti plessi da organizzare, qualche centinaio di lavoratori da coordinare, alcune centinaia/migliaia di studenti da gestire, Pon e progetti di inclusione, attività di Pcto-Alternanza scuola lavoro, obblighi vaccinali da monitorare, prevenzione dei rischi e gestione delle sicurezze da garantire, monitoraggi da produrre e protocolli da rispettare, privacy da tutelare, Rav, Piano di miglioramento, Ptof, acquisti di beni e servizi, ricostruzione di carriera, pensionamenti, ecc..), necessità di figure professionali intermedie che devono essere regolamentate in sede contrattuale”.
Effettivamente quello della carriera del personale docente è un nodo irrisolto da sempre: paradossalmente nella scuola accade che il docente che vuole avanzare in qualche misura nella propria carriera deve necessariamente partecipare al concorso per dirigente scolastico e quindi prepararsi in prospettiva a “fare un altro mestiere”.
Ci sono stati in passato tentativi di modificare lo stato giuridico dei docenti introducendo ad esempio tre diversi livelli (docente iniziale, ordinario ed esperto) come era previsto in un disegno di legge di Valentina Aprea, ma in realtà nessun disegno di legge in tal senso è riuscito a raccogliere il consenso della maggioranza parlamentare.
Ancodis si richiama anche all’atto di indirizzo per il 2021 firmato qualche mese fa dall’allora ministra Lucia Azzolina che prevedeva appunto maggiore attenzione nei confronti del cosiddetto “middle management”.
“A partire dal tema della valorizzazione della professione docente – afferma Rosolino Cicero – Ancodis auspica che nel prossimo rinnovo contrattuale, tenuto anche conto dell’innovativo atto di indirizzo dei Ministri della Funzione pubblica e dell’Istruzione per il 2021, si ponga meritata attenzione ai docenti impegnati nello staff organizzativo (collaboratore vicario, coordinatore di settore, responsabili di plesso, Rspp se docente interno, animatore digitale) che – individuati dal Ds e con specifiche deleghe – si occupano del funzionamento e del coordinamento organizzativi, affiancano direttamente il Ds e il Dsga nella gestione della complessità scolastica su temi amministrativi e gestionali”.
Senza tuttavia dimentica – sostiene sempre Cicero – i docenti che “costituiscono lo staff didattico (funzioni strumentali, coordinatori di dipartimento, coordinatore per l’inclusione, referenti) – che, individuati in sede collegiale, pongono particolare attenzione all’organizzazione didattica e coordinano le azioni progettuali approvate dagli organi collegiali”.
Per la verità in molti obiettano che attualmente si diventa collaboratori del dirigente per cooptazione e non attraverso una procedura trasparente aperta a tutti.
Su questo Ancodis ha una propria proposta perché parla di staff di direzione e di staff didattico che “potrebbero essere definiti nel prossimo CCNL anche attraverso uno specifico Albo o profilo professionale, strutturato in procedure di reclutamento interconnesse a significativi percorsi di formazione con uno nuovo sviluppo professionale nella carriera”.
“In questo modo – conclude Cicero – sarebbe possibile definire nuove e più competenti professionalità che potrebbero successivamente concorrere al ruolo della dirigenza scolastica con un indiscusso bagaglio di esperienza didattica, organizzativa e gestionale”.
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