Uno dei “capitoli” del contratto scuola che più di altri sta provocando le proteste delle organizzazioni sindacali è quello che riguarda la materia disciplinare.
In particolare non piace ai sindacati (si veda in proposito la recente presa di posizione dello Snals) la proposta di prevedere la competenza del dirigente scolastico per la sospensione dall’insegnamento e dal servizio fino a 10 giorni.
L’opposizione dei sindacati appare del tutto legittima, anche se non si comprende molto per quale motivo la questione venga sollevata solo adesso.
E’ bene ricordare infatti che la norma in questione è contenuta nell’articolo 13 del decreto legislativo 75/2018 (il cosiddetto “decreto Madia”).
Norma che qui riportiamo integralmente
“Per il personale docente, educativo e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, il procedimento disciplinare per le infrazioni per le quali è prevista l’irrogazione di sanzioni fino alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per dieci giorni è di competenza del responsabile della struttura in possesso di qualifica dirigenziale e si svolge secondo le disposizioni del presente articolo.
Quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni più gravi di quelle indicate nel primo periodo, il procedimento disciplinare si svolge dinanzi all’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari”.
Non si comprende quindi come i sindacati possano pensare che la disposizione di una legge adottata solamente pochi mesi fa possa essere annullata o anche solo modificata con il nuovo contratto scuola.
La spiegazione, però, potrebbe essere semplice: nel momento in cui il decreto Madia venne adottato, prevaleva, fra i sindacati, l’esigenza di enfatizzare le disposizioni del decreto che modificavano il la legge e il “decreto Brunetta “del 2009; ma adesso i nodi stanno arrivando al pettine e, per raccogliere un po’ di consenso nel mondo della scuola, i sindacati si mostrano indignati per la proposta dell’Aran.
Ma forse si sarebbero dovuti indignare quando il decreto Madia veniva approvato dal Governo.
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