Politica scolastica

Contratto scuola, le note dei sindacati dopo l’apertura delle trattative

Si è aperta all’Aran la trattativa per il rinnovo del contratto scuola. Flc Cgil, Uil Scuola, Cisl Scuola e Gilda, in quattro note distinte, fanno il punto della situazione.

UIL SCUOLA

Il riavvio della trattativa di oggi all’Aran, e la firma del contratto degli Statali, fanno  ben sperare di poter chiudere rapidamente. Abbiamo chiesto un calendario serrato di incontri. Il prossimo è fissato per giovedì 4 gennaio quando si parlerà di relazioni sindacali e Rsu.
Bisogna, tuttavia, che il contratto del comparto sia visto e discusso nella sua specificità e non come un’omologazione di quello del settore ammnistrativo.

Siamo in presenza di una funzione essenziale dello Stato e non di una semplice erogazione di un servizio. Serve un contratto che (ri)dia dignità e ruolo al personale, attraverso gli organismi di autogoverno.

Dobbiamo superare con la stipula del contratto, una vera e propria interruzione della democrazia partecipativa di questo Paese e riportare  alla sua  fisiologia, il sistema scolastico statale.

Il rinnovo contrattuale,  arriva dopo molti anni di blocco, un tempo infinito per una comunità che vive e gestisce i continui cambiamenti sociali: va realizzato un contratto che riconosca le specificità della scuola. Va evitato ogni rischio di un contratto che sia costituito su una  logica impiegatizia. Ci dobbiamo sforzare di fare un contratto che sia cucito sulla specificità della scuola.

Deve essere un contratto a burocrazia zero che, partendo dai necessari presupposti di supporto economico degli 85 euro  e del ripristino di corrette relazioni sindacali, previsti dall’accordo del 30 novembre, dovrà trovare i correttivi ad istituti della 107 che si sono rilevati fallimentari e che stanno indebolendo  il livello di qualità  della nostra scuola statale. Occorre, spostare l’asse delle decisioni dall’organo monocratico agli organi collegiali e riportare fisiologicamente, al rango che le compete, quello costituzionale, la libertà di insegnamento, così come previsto dalla legge.

Quanto all’aspetto economico, a Legge di Bilancio approvata, appare ora necessario contrattualizzare le varie risorse come elemento di rilancio di un settore che ha pagato oltre ogni limite accettabile la crisi finanziaria di questi anni.
Pertanto, in questo contratto non ci può essere una logica di scambio piuttosto un riallineamento dei diritti ed obblighi del personale, messi in discussione anche dalle scelte sbagliate della legge 107 che vanno modificate e riportate nell’alveo del modello di scuola partecipata, autogovernata, integrata nella più ampio principi di autonomia, previsti dal titolo V della Costituzione.

La UIL Scuola, ritiene che il tempo per rinnovare il contratto sia abbondantemente scaduto e che bisogna fare presto, contemporaneamente, non è disponibile a sottoscrivere un contratto pur che sia, che non risponda al modello di scuola che abbiamo indicato nel manifesto della scuola di tutte e tutti.

Non si tratta solo di una battaglia sindacale, ma anche culturale a cui le forze politiche sono chiamate a rispondere con i loro programmi nelle imminenti elezioni politiche.

FLC CGIL

A seguito della nostra ferma presa di posizione si è riaperta oggi, 2 gennaio, la trattativa per il rinnovo del contratto nel Comparto Istruzione e Ricerca, dopo l’avvio del 9 novembre 2017 a cui non erano seguiti altri incontri.

Le questioni cruciali cui deve far fronte il negoziato affinché si possa giungere al più presto alla chiusura della trattativa sono: superamento della Legge 107 e della Legge 150, contrattualizzazione di tutte le risorse (bonus, card docenti, premi per meriti scientifici da finalizzare essenzialmente all’incremento dei salari tabellari ), governo condiviso dell’organizzazione del lavoro a partire dagli orari.

La FLC CGIL vuole un buon contratto che tenga conto delle specificità di scuola, università, ricerca e AFAM rispetto al resto della pubblica amministrazione. Queste istituzioni basano il loro funzionamento sui principi costituzionali dell’autonomia, l’autogoverno, la libertà di insegnamento e di ricerca. Un buon contratto non può prescindere da queste peculiarità.

Siamo disponibili a impostare da subito la discussione per far partire realmente la trattativa e ci aspettiamo un calendario serrato. Non accetteremo nessun arretramento sul terreno delle relazioni sindacali e sugli incrementi stipendiali: 85 euro medi mensili come base di partenza per l’avvio del confronto.

CISL SCUOLA

Si è da poco concluso all’Aran l’incontro di ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione, un appuntamento importante con l’obiettivo di recuperare una situazione di stallo durata nove anni.

La CISL, presente con il livello confederale e con le segreterie nazionali di federazione, ha ribadito la valenza di un passaggio fondamentale per l’iniziativa del sindacato, dopo il buon esito del negoziato sulla legge di stabilità 2018 che ha già consentito importanti conquiste su temi sociali, previdenziali, del lavoro, per il Mezzogiorno, recuperando anche un’attenzione specifica per i giovani.

Negoziare un nuovo CCNL per il comparto Istruzione e ricerca per la CISL e per le federazioni di categoria è un fatto politico estremamente importante per la regolazione degli aspetti normativi ed economici riguardanti circa un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori italiani.

Il contratto dovrà anzitutto restituire dignità, oltre che risorse economiche, ai tanti lavoratori e lavoratrici che col loro impegno in condizioni spesso difficili hanno garantito livelli di efficacia e qualità dell’intero filone della conoscenza nei settori della scuola, dell’università e AFAM e della ricerca.

Nel caso specifico la Cisl e la federazione Scuola, Università e Ricerca hanno dato atto del percorso importante fatto in sede ministeriale dalle Categorie, che dovrà dare frutti nell’attuale fase negoziale.

Per la Cisl, il Contratto in questione dovrà delineare un percorso virtuoso di valorizzazione per tutti i lavoratori di un comparto delicatissimo, colpevolmente dimenticati da uno Stato datore poco attento ai suoi dipendenti; un settore di importanza strategica per il nostro Paese, per il suo futuro e per le attese delle giovani generazioni a cui è doveroso dare risposte.

GILDA DEGLI INSEGNANTI

“E’ davvero difficile pensare di chiudere il contratto presto e bene. Le specificità dei singoli comparti, scuola, università, Afam e ricerca, ciascuno con le proprie peculiarità, infatti, sono un dato di realtà di cui tenere conto, senza farsi dettare i tempi dalla imminente campagna elettorale e incantare dalle sirene del voto”.  A dirlo, al termine della riunione odierna all’Aran, è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams. “La strada è ancora tutta in salita. In vista del prossimo incontro fissato per giovedì, però – puntualizza Di Meglio – ci sono delle priorità che non possono essere tralasciate se davvero si ha a cuore il rinnovo di questo contratto atteso da anni. Innanzitutto, infatti, bisogna riportare nel perimetro della contrattazione le risorse stanziate nella legge 107, a cominciare dal ‘bonus merito’ e dalla card di aggiornamento docente”. Proprio in attesa della riunione del prossimo 4 gennaio, infine, il sindacalista, conclude: “Mi auguro che, come annunciato, sarà affrontato seriamente il tema delle risorse e la questione della contrattazione, svilita a partire dalla legge Brunetta in poi”.

Redazione

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