L’ok della Corte dei Conti in merito al contratto scuola ha dato un’accelerata alla firma definitiva, che avverrà giovedì 19 aprile 2018 alle ore 10,30 all’ARAN.
Se i sindacati firmatari della pre-intesa, ovvero Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, mostrano sicurezza e soddisfazione, non si può dire lo stesso di Snals e Gilda degli isnegnanti, che lo scorso 9 febbraio hanno rifiutato di firmare la pre intesa all’ARAN.
No dello Snals
Il segretario generale dello Snals, Elvira Serafini ha confermato il proprio No alla firma del nuovo contratto, non ritenendolo adeguato per il miglioramento della categoria: “La svolta che doveva ridare dignità ai lavoratori della scuola non c’è stata, affermava Serafini La Tecnica della Scuola il 9 febbraio. Dato che attendevamo questo rinnovo da quasi dieci anni abbiamo portato avanti la trattativa fino allo stremo, in una notte da incubo, ma non abbiamo potuto firmare un rinnovo contrattuale che rischia di svendere l’intera nostra categoria. Abbiamo preferito dire di no”.
Più incerta la posizione dell’altro sindacato “ribelle”: Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda ha infatti affermato all’Ansa: “Ho convocato il nostro esecutivo per giovedì 19 mattina per prendere la decisione finale“. Segno che il sindacato non ha ancora deciso se continuare la strada del No oppure optare per una firma “tecnica”, così definita nei giorni scorsi dal leader Gilda. Una firma che dovrebbe consentire di mantenere la rappresentatività per la contrattazione integrativa, che svanirebbe nel caso di abbandono definitivo del tavolo contrattuale.
Con il si della Corte dei Conti, vengono confermati gli aumenti previsti dal nuovo contratto e gli arretrati per il personale della scuola.
Ricordiamo che per gli stipendi più bassi verrà introdotto un meccanismo perequativo che riguarda però solamente il periodo marzo/dicembre 2018 e che cesserà quindi di essere erogato a partire da gennaio 2019.
Per il personale Ata è prevista un ritocco dell’importo del “compenso individuale accessorio”; per gli insegnanti, invece, c’è un leggero aumento della cosiddetta “retribuzione professionale docente” (entrambe queste voci vengono erogate per 12 mensilità e non per 13).
Una avvertenza finale: gli importi sono lordi, in busta paga a docenti e Ata arriveranno cifre decurtate di un 35-40% a seconda dello scaglione stipendiale (per gli arretrati esiste però una tassazione leggermente più favorevole, quindi il “taglio” è inferiore).
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