Politica scolastica

Contratto Scuola, l’Usb: “300 euro in più per tutti. Perché aumenti ai presidi e non ai docenti?”

Nota dell’USB Scuola dopo l’incontro all’Aran per il rinnovo del contratto scuola.

Diciamo subito che questo inizio di discussione articolato in due giornate ha messo subito in evidenza il fallimento del nuovo comparto la cui estrema eterogeneità rappresenta di fatto un problema insormontabile nella costruzione di un unico contratto di lavoro. Infatti la Scuola continua a dover essere trattata in modo separato per un’oggettiva differenza da tutto il resto del Pubblico Impiego e Università Ricerca e AFAM pur potendo contare su qualche elemento comune ne hanno molti altri specifici che sono però alla base del loro funzionamento. Quindi se non si vogliono snaturare completamente istituzioni che hanno un ruolo così delicato nella nostra società, assimilarli in un unico contratto diventa un esercizio di fatto impossibile.

Entrando più nel merito, in questi due giorni di discussione oltre ad affrontare questioni di metodo che hanno portato il tavolo a propendere per discussioni articolate in sezioni riferite agli ex comparti, si sono iniziati a trattare il tema delle relazioni sindacali e la questione economica.

In entrambi i casi abbiamo registrato una rigidità da parte di ARAN che ha lasciato pochi spazi in merito alla possibilità di superare realmente quanto disposto dalla cosidetta legge Brunetta e sulle risorse a disposizione degli aumenti che sembrano ipotecate dal 3,48%  di aumento elargito per i lavoratori del comparto delle Funzioni Centrali.

USB nei suoi interventi ha sottolineato come non consideri in alcun modo vincolante il contratto delle Funzioni Centrali, rivendicando una piena contrattazione per Istruzione e Ricerca, che oltre ad essere un diritto legittimo per qualsiasi contratto, in questo caso diventa una necessità improrogabile a causa delle peculiarità dei settori interessati che devono assolutamente essere salvaguardate. In questo senso abbiamo ribadito come la percentuale di aumento prevista non copra neanche in minima parte la perdita del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici che in questi anni di blocco è pari al 12,2% in termini di inflazione e abbiamo rilanciato la proposta della piattaforma USB di 300 euro di aumenti per tutti, senza percentuali che andrebbero a allargare la forbice salariale già presente in tutti i settori. In particolare abbiamo sottolineato come il Governo abbia trovato le risorse (400 euro netti mensili) per adeguare i dirigenti scolastici ai nuovi colleghi del comparto, mentre i docenti e il personale ATA sembrano destinati a rimanere le Cenerentole del comparto, in compagnia del  personale tecnico amministrativo degli atenei. O come i lavoratori degli enti di Ricerca debbano continuare ad essere in fondo alla classifica dei salari europei nella Ricerca, salvo poi lamentarsi dell’ormai fin troppo citata “fuga dei cervelli”. È chiaro come lo scellerato accordo del 30 novembre, che USB non ha firmato, individuando in 85 euro medi lordi la cifra utile al contratto pesi come un macigno su questo rinnovo contrattuale.

Sulle relazioni sindacali, per le quali l’ARAN a fine riunione ha consegnato una bozza di documento che ci riserviamo di analizzare, USB oltre a richiedere di riportare nella contrattazioni le materie dell’organizzazione del lavoro, dell’orario di lavoro, della mobilità e della formazione, ha rivendicato le specificità degli ex comparti. Più nel dettaglio riteniamo vada valorizzato il ruolo delle RSU nelle contrattazioni di Ateneo magari anche estendodolo ad altri settori come quello degli Enti di Ricerca; va tenuto conto che nell’organizzazione del lavoro degli EPR ha particolare rilievo la carta del ricercatore; infine è fondamentale salvaguardare la particolare organizzazione della Scuola, anche in questo caso estremamente diversa da tutti gli altri, togliendo ai Dirigenti Scolastici lo strapotere conferitogli dalla Legge brunetta e dalla legge 107/2015.

La contrattazione proseguirà la prossima settimana per sezioni entrando nel merito delle specifiche  problematiche, USB continuerà a sostenere le ragioni di lavoratori che dopo otto anni di blocco vogliono un contratto che dia risposte alle loro richieste sia in termini economici che normativi, anche se i primi segnali non ci sembra che vadano in questo senso.

Redazione

Articoli recenti

Maturità 2025, che fine ha fatto la circolare per presentare le domande? Le scuole intanto stanno dando indicazioni, confermando la prima scadenza del 30 novembre

"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…

22/11/2024

Donne vittime di violenza, ministero dell’Istruzione illuminato di rosso. Valditara: la scuola sarà al vostro fianco

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…

22/11/2024

Christian Raimo sospeso dal servizio per tre mesi: mi spiace, non volevo insultare Valditara ma difendere la scuola pubblica dalla politica distruttiva – VIDEO

L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…

22/11/2024

Una tiktoker: “Sono bella, non ho bisogno di studiare”. Castellana (Gilda): “Questi sono i messaggi che arrivano ai ragazzi?”

La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…

22/11/2024

Promuovere la sicurezza nelle scuole: al via la seconda edizione del concorso nazionale per gli studenti

In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…

22/11/2024

Benessere emotivo e relazionale degli studenti, arriva il docente facilitatore nelle scuole di Trento tra due anni

Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…

22/11/2024