Politica scolastica

Contratto scuola non firmato da Uil Scuola: il sindacato ora chiede la riapertura della parte normativa

In una lettera inviata al ministero dell’Istruzione e del Merito e alla Funzione Pubblica il segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile ha comunicato l’adesione del sindacato allo sciopero generale del Comparto Istruzione e Ricerca del prossimo 17 novembre.

Nel documento si legge anche un’affermazione importante: la Uil Scuola Rua ha chiesto ufficialmente la riapertura del contratto 2019/2021 relativamente alla parte normativa.

Ricordiamo che la il sindacato non ha firmato l’ipotesi contrattuale normativa siglata lo scorso 14 luglio.

Qui di seguito pubblichiamo il commento caldo fornito allora da Giuseppe D’Aprile: “Abbiamo lavorato fino all’ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince. I Contratti nazionali di lavoro si sottoscrivono perché sono migliorativi rispetto al testo precedente e non è questo il caso. È stata una decisione difficile”, ha detto.

I punti critici espressi da Uil Scuola

Questo l’elenco puntuale dei punti non condivisi:
• la mobilità del personale per cui è chiaramente scritto che è trattata in subordine alla legge;
• la trasparenza nelle relazioni sindacali: non è più possibile associare i nominativi ai compensi ricevuti dal Fondo di Istituto;
• l’introduzione di un nuovo ordinamento per il personale ATA che di fatto estromette i funzionari/ex DSGA dalla comunità educante;
• responsabilità disciplinare: per la seconda volta – era già avvenuto con il contratto 2016/18 – la materia viene rinviata.
• l’eliminazione, rispetto al precedente contratto, di tutta la parte relativa alle scuole italiane all’estero.

Ricordiamo che se la sigla sindacale rappresentativa dovesse far mancare la propria firma anche definitivamente potrebbe perdere il diritto di partecipare alla contrattazione integrativa successiva (in pratica rischierebbe di essere estromessa dalla contrattazione sulla mobilità). Anche le Rsu d’Istituto potrebbero non essere più convocate per l’intera durata del contratto sottoscritto.

I passaggi verso la firma

Ma quando arriverà la firma definitiva? Al momento non è chiaro: si sa però, almeno a quanto dichiarato recentemente il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che il nuovo contratto della scuola sarà decisamente più ricco di quello siglato in via provvisoria il 14 luglio scorso. Il Ministro ha parlato esplicitamente di risorse “sensibilmente maggiori rispetto ai 124 euro” definiti con l’ultimo Ccnl.

“Le organizzazioni sindacali, come si sa, hanno firmato un’ipotesi di contratto che non è ancora in vigore ed è stata mandata agli organi di controllo e, per quello che ci è dato sapere, è ferma al Mef per gli opportuni controlli. Dopo di che andrà a funzione pubblica e completerà il proprio iter alla Corte dei conti per poi essere siglato in maniera definitiva”, ha precisato ai nostri microfoni Attilio Varengo, della segreteria nazionale Cisl Scuola).

“Il nuovo contratto sarà in vigore speriamo tra qualche settimana”, ha invece detto Rino Di Meglio, leader della Gilda degli insegnanti.

L’IPOTESI CONTRATTUALE

Redazione

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