Anche docenti e Ata possono contare su uno nuovo contratto collettivo nazionale: si tratta solo della parte economica, ma è una buona notizia perché entro dieci giorni porterà in media, ad ogni docente, 2.400 euro lordi di arretrati e 120 euro di aumenti (per il personale Ata il 20% un po’ meno). La Tecnica della Scuola ne parla con Marcello Pacifico, presidente Anief, incontrato all’uscita dell’Aran, subito dopo la firma sul testo definitivo del rinnovo contrattuale 2019/2021 validato anche dalla Corte dei Conti.
“Finalmente possiamo fare avere gli arretrati e gli aumenti, che arriveranno entro Natale: è l’obiettivo che ci siamo posti fin da maggio. Tutti gli adempimenti erano pronti, l’unica cosa che mancava era la firma che è arrivata oggi. Parliamo di 2.400 euro in media di arretrati e di 120-128 euro in media di aumenti, ovviamente dipende se si è amministrativi o insegnanti, quindi dall’ ordine e grado”, ha detto il sindacalista.
“Nel frattempo, i costi dell’inflazione sono veramente scoppiati e a questo punto è stato un bene liberare le risorse che già c’erano: però voglio precisare che riguardano il triennio 2019-2021 quando l’inflazione registrata si è fermata ad un punto e mezzo, mentre questo contratto prevede aumenti di 4,2 punti da gennaio scorso”.
Il problema è che con la guerra in Ucraina il costo della vita è salito vertiginosamente. “In queste condizioni “il tavolo del contratto del Ccnl 2022-24 fino a quando non verranno messe nuove risorse non si potrà aprire. Quello che può fare il Governo – continua Pacifico – è sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale: il Governo Draghi aveva finanziato lo 0.5% per il 2022 ma pensava che l’infrazione salisse solo di un punto e mezzo, mentre oggi l’inflazione salirà di oltre 11 punti. Quindi, serve almeno il 50%, come prevede la legge. Cioè 150 euro in più da gennaio”. Il presidente dell’Anief sostiene che “le colf e le badanti stanno avendo aumenti col bonus badanti di 9 punti, mentre il Governo ad oggi ha messo” sul ‘piatto’ “solo un punto e mezzo per tutelare le retribuzioni pubbliche. E questo non è merito, ma demerito”.
A breve partirà anche il confronto sulla parte contrattuale: “vogliamo cambiare l’ordinamento professionale del personale ATA, bisogna tenere conto di tutte di tutte le figure esistenti”. Il sindacato intende anche fare avere “un riconoscimento giuridico” per lo staff della dirigenza scolastica, introducendo il cosiddetto middle management, ma anche per questo, sottolinea, “ci vuole la parte economica il governo deve mettere i soldi”.
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