Il nuovo contratto scuola, che come abbiamo visto avrà una trattativa lunga, potrebbe riservare anche sorprese negative per i docenti e tutto il personale scolastico, come quelle riguardanti i permessi e i congedi, anche nell’ottica di armonizzare le regole per il personale della scuola con il resto dei lavoratori del pubblico impiego.
La possibilità intervenire sui permessi in occasione del rinnovo contrattuale, potrebbe senz’altro portare peggioramenti ai lavoratori della scuola.
Nello specifico, come fa notare Italia Oggi, i permessi per motivi personali sono previsti solo dal CCNL, e non dalla legge, motivo per cui molte volte i lavoratori della scuola hanno dovuto rivolgersi alla magistratura, anche in seguito a sanzioni da parte di dirigenti scolastici.
La deroga al contratto sulla questione risale a prima della riforma Brunetta, che invece ha affidato l’esclusività alla legge mettendo la contrattazione in secondo piano.
Infatti, la norma originaria, il decreto legislativo 29/93 prevedeva che tutte le norme di legge sul rapporto di lavoro potessero essere modificate dalla contrattazione collettiva, salvo che la legge non prevedesse esattamente il contrario.
Solo con la riforma Madia il tavolo negoziale ha ripreso ad assumere centralità, anche se non in senso assoluto come nel precedente decreto legislativo 29/93.
Infatti, da un lato il decreto Madia parla di “eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano o che abbiano introdotto discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate (nelle materie affidate alla contrattazione collettiva ai sensi dell’articolo 40, comma 1, e nel rispetto dei principi stabiliti dal presente decreto, da successivi contratti o accordi collettivi nazionali e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili”. Dall’altro alto, invece, al comma 3, c’è scritto che se le norme contenute nel contratto violano norme imperative di legge o i limiti imposti alla contrattazione tali norme sono nulle.
Alla luce di questo discorso, appare molto improbabile che il rinnovo del contratto scuola possa vedere tempi brevi, proprio perché su questo punto dei permessi, bisogna sbrogliare una matassa non indifferente, dove i sindacati dovranno tenere a mente la non totale copertura degli istituti presenti solo nel contratto e non dalla legge, come appunto i permessi per motivi personali. In secondo luogo, sull’atto di indirizzo inviato all’ARAN, un documento generico, è esplicitata comunque la volontà di armonizzare le varie tipologie di permessi a cui accedono le diverse qualifiche del personale dei comparti.
Come abbiamo scritto in precedenza, la trattativa per il rinnovo del contratto scuola sarà molto lunga ed estenuante anche a causa della grana degli 85 euro di aumento, che potrebbero scendere a 80, dato che, per garantire 85 euro a tutti occorrerebbero altri 200 milioni. La stessa cifra riservata al bonus merito che, per essere destinata ad altri scopi, renderebbe necessario una modifica della legge 107.
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