La campagna elettorale sta per entrare nel vivo e nel frattempo le trattative per il rinnovo del contratto scuola non decollano verso una possibile intesa.
POSIZIONE DELL’ARAN E NUOVO ATTO DI INDIRIZZO
L’ARAN cincischia e, parafrasando il gioco del calcio, sta nella difensiva a fare “melina”. Fino ad ora non c’è stato un metodo organico nella conduzione degli incontri e si ragiona passando di palo in frasca, senza affrontare le questioni specifiche e soprattutto quelle in cui le posizioni tra le parti sono distanti.
In buona sostanza l’ARAN non affronta le tematiche più complesse anche perché è in attesa di avere, da parte del Miur, un nuovo atto di indirizzo che dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, consentire una maggiore flessibilità nel confronto di merito con i sindacati.
L’Aran ha anche spiegato ai sindacati, che i docenti e il personale scolastico avranno riconosciuti gli arretrati del 2016, 2017 e per i primi due mesi del 2018, mentre gli aumenti dovrebbero partire con la busta paga da marzo 2018. Ci sarà una quota perequativa per le retribuzioni più basse, mentre la quota di vacanza contrattuale che era già stata inserita nella busta paga dal gennaio 2010 fino a tutt’oggi, resterà in vigore anche dopo un eventuale accordo tra le parti.
POSIZIONE DEI SINDACATI RIGURADO UN POSSIBILE ACCORDO
I sindacati sembrano determinati anche a non firmare il rinnovo del contratto se non verranno accolti alcuni punti dirimenti.
La Flc Cgil, tramite il suo Segretario Generale Francesco Sinopoli, sostiene che è dirimente, per esempio, il nodo della contrattabilità dell’organizzazione del lavoro. È fondamentale, sostiene Sinopoli, chiarire il giusto equilibrio tra legge e contratto in coerenza con l’intesa del 30 novembre 2016. Il nodo da sciogliere è la primazia del contratto sulla legge e quindi se l’organizzazione del lavoro rientra o meno nelle materie di contrattazione integrativa insieme agli aspetti retributivi.
Lo Snals, tramite il suo Segretario Generale Elvira Serafini, ha ribadito la necessità di partire dalle relazioni sindacali che danno l’impronta a tutto il contratto, lavorando su contenuti concreti e condivisibili e di entrare finalmente nel merito della discussione.
La Uil scuola, attraverso il suo Segretario Generale Pino Turi, chiede la fedele attuazione dell’accordo del 30 novembre 2016 con il recupero pieno delle materie da contrattare a livello di singola Istituzione scolastica, il riconoscimento economico medio degli 85 euro, la salvaguardia del bonus degli 80 euro e la contrattualizzazione delle risorse della 107, premessa per la sottoscrizione del contratto.
La Cisl Scuola, attraverso il suo Segretario Generale Maddalena Gissi, ha ribadito la richiesta di un’esplicita attribuzione alle sedi negoziali di questioni che investono direttamente la gestione del rapporto di lavoro (articolazione dell’orario di lavoro, attribuzione della sede di servizio, ecc.), in coerenza a quanto previsto nell’accordo del 30 novembre 2016 e all’impegno di riequilibrare a favore del contratto il rapporto tra norme di legge e norme pattizie.
Gilda Insegnanti, attraverso il suo Coordinatore Nazionale Rino Di Meglio, fa la sua analisi sottolineando la contrapposizione tra l’Aran e i sindacati sulla questione di restituire lo spazio dovuto alla contrattazione su materie che l’Aran ritiene devolute al potere dirigenziale dalla legge.
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