Tra la Ministra dell’istruzione Azzolina e i sindacati scuola c’è ormai una distanza siderale. Tutto viene deciso senza ascoltare la voce sindacale e nel frattempo il rinnovo del contratto scuola è in attesa da due anni e l’apposito CCNI sulla Didattica Digitale Integrata, dopo un mese dell’inizio delle lezioni, è rimasto lettera morta.
Il contratto scuola è scaduto il 31 dicembre 2018, ma il Governo Conte e la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, non sembrano avere intenzione di convocare i sindacati per aprire i tavoli tecnici che dovrebbero portare al rinnovo del contratto scuola 2019-2021.
Con l’ex Ministro dell’istruzione Marco Bussetti, è necessario ricordarlo, gli accordi tra il Premier Conte del Governo M5S-Lega e i sindacati, presi con l’intesa sottoscritta il 23 aprile 2019, indicavano un rinnovo contrattuale volto a recuperare, nel corso del triennio 2019-2021, la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni e avvicinarle il più possibile ai livelli europei, dove un docente tedesco guadagna in media circa 1000 euro in più al mese di un collega italiano.
Quell’intesa scongiurò lo sciopero unitario del settore scuola del 17 maggio 2019 alla vigilia delle elezioni europee. In seguito, quando si passo dal Governo giallo-verde al Governo M5S-PD, possiamo dire che quell’intesa fu chiaramente tradita, con le conseguenti inevitabili dimissioni del Ministro dell’Istruzione Fioramonti, che nel frattempo aveva preso il posto di Bussetti.
Con la legge di bilancio 2020, riguardo gli aumenti stipendiali dei docenti, non solo non è stata rispettata la parola data, ma nemmeno si è riusciti, a rispettare la promessa fatta da Fioramonti di un aumento degli stipendi degli insegnanti a tre cifre e quindi di almeno di 100 euro lorde.
Con l’arrivo di Lucia Azzolina a viale Trastevere, i rapporti con i sindacati si sono totalmente rotti e, a quanto pare, il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021 è finito nel dimenticatoio.
L’articolo 2, comma 3-ter del decreto legge 8 aprile 2020,n. 22, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, avrebbe già dovuto vedere nascere un accordo contrattuale in cui regolare la Didattica digitale integrata fatta dai docenti in modalità a distanza per garantire il diritto allo studio degli studenti in periodi di pandemia.
In buona sostanza la sudetta norma stabilisce che fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, dovuto al diffondersi del virus COVID-19, le modalità e i criteri sulla base dei quali erogare le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi resi dal personale docente del comparto “Istruzione e ricerca”, nella modalità a distanza, sono regolati mediante un apposito accordo contrattuale collettivo integrativo stipulato con le associazioni sindacali rappresentative sul piano nazionale per il comparto “Istruzione e ricerca”.
Dopo un mese pieno dall’inizio delle lezioni, la Ministra dell’Istruzione Azzolina non ha convocato i sindacati per aprire un confronto sulla DaD, il tutto appare molto surreale.
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