Attualità

Contratto scuola scaduto da quasi due anni, mentre i carichi di lavoro aumentano

Il contratto della scuola è scaduto da 21 mesi e gli impegni del Premier Conte nel volere chiudere un contratto a tre cifre per i docenti sembra solo un lontano ricordo. Eppure con un contratto scaduto da quasi due anni, aumentano i carichi di lavoro e si impongono i corsi di recupero, fuori dalle norme contrattuali, senza prevedere alcuna retribuzione aggiuntiva.

Corsi di recupero per Ordinanza Ministeriale

La Ministra Azzolina ha deciso per Ordinanza Ministeriale, eludendo completamente le norme contrattuali vigenti, di fare svolgere, ai docenti e in modo assolutamente gratuito, i corsi di recupero degli studenti che erano stati promossi a fine 2019/2020 con una o più insufficienze. Più volte la Ministra dell’Istruzione ha fatto sapere che i docenti dall’1 settembre sono in servizio e quindi devono svolgere, senza retribuzione aggiuntiva, i cosiddetti corsi PAI.

Non solo il contratto della scuola è scaduto dal 31 dicembre 2018 e la Ministra non accenna nemmeno a rinnovarlo adeguatamente, ma ha preteso che i corsi di recupero suddetti fossero considerati attività ordinaria, caricando i docenti di un compito aggiuntivo che di norma non è obbligatorio ed è pagato con il Fondo di Istituto.

Attuazione DDI per via contrattuale

Nell’accordo tra i Ministero dell’Istruzione e i sindacati, le parti convengono sull’importanza di avviare, entro l’inizio del prossimo anno scolastico, la contrattazione nazionale presso il Ministero dell’Istruzione al fine di attuare l’articolo 2, comma 3-ter del decreto legge 8 aprile 2020,n. 22, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2020, n. 41.

In buona sostanza la sudetta norma stabilisce che fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, dovuto al diffondersi del virus COVID-19, le modalità e i criteri sulla base dei quali erogare le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi resi dal personale docente del comparto “Istruzione e ricerca”, nella modalità a distanza, sono regolati mediante un apposito accordo contrattuale collettivo integrativo stipulato con le associazioni sindacali rappresentative sul piano nazionale per il comparto “Istruzione e ricerca”.

Il 14 settembre inizia la scuola ed ancora oggi, che è il 13 settembre, non esiste nemmeno una convocazione dei sindacati per parlare di questo nuovo CCNI per la didattica a distanza.

Docenti attendono aumento di stipendio

Adesso i docenti attendono un aumento di stipendio consistente e non si accontenteranno delle solite lodi politiche che in questa circostanza sono state rivolte dalla Ministra Azzolina ai docenti che hanno volontariamente lavorato a distanza per consentire il diritto allo studio degli studenti impediti a frequentare le scuole a causa del Coronavirus. I docenti e le rappresentanze sindacali che saranno chiamate al tavolo tecnico per il rinnovo del CCNL 2019-2021, chiederanno che vengano previste, già nel DEF (Documento di economia e finanza), le risorse adeguate per aumentare gli stipendi dei docenti in modo consistente.

Stipendi troppo bassi e molti progetti

Un docente laureato di scuola secondaria di II grado, con un’anzianità tale da trovarsi in classe stipendiale 0, percepisce uno stipendio netto di 1350 euro, mentre in classe stipendiale 21 percepisce uno stipendio netto di 1800 euro e a fine carriera, in classe 35, percepisce 1960 euro. In buona sostanza un docente di scuola secondaria di II grado non supera, anche dopo 40 anni di carriera, i 2000 euro netti di stipendio.

A fare da contraltare agli stipendi bassi dei docenti italiani ci sono fondi accessori importanti che servono per attuare i tanti progetti dei PTOF e i progetti PON di vario tipo.

In buona sostanza ogni scuola dispone, ogni anno scolastico, di almeno 100 mila euro di fondo di Istituto o, nel caso di scuole con molti iscritti, anche di cifre ben superiori, a cui si aggiungono i fondi per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, quelli per i PON e i POR, e anche delle erogazioni liberali.

I docenti chiedono meno progetti e stipendi più alti

Secondo il parere di alcuni docenti, i troppi progetti laboratoriali pomeridiani tendono a distogliere gli studenti dallo studio curricolare e, in alcuni casi, si tratta di progetti poco formativi che fanno perdere tempo prezioso per lo svolgimento delle attività curricolare. Ci sono docenti che pensano che sarebbe meglio dirottare i soldi dei progetti per un cospicuo aumento stipendiale, e anche i miliardi di euro dei Fondi Sociali Europei potrebbero essere utilizzati per equiparare gli stipendi dei prof italiani a quelli dei docenti tedeschi.

Lucio Ficara

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