Il Governo sarebbe alla ricerca di oltre 200 milioni di euro per sbloccare il contratto della scuola e di conseguenza per avere il via libera sulla proroga del contratto mobilità 2017/2018 per l’anno scolastico 2018/2019.
In buona sostanza possiamo affermare, come è stato già scritto dalla nostra testata che nella legge di bilancio 2018 sono in arrivo altri soldi per il contratto della scuola
COME STANNO LE COSE SUL RINNOVO DEL CCNL SCUOLA 2016/2018?
Le cose stanno più o meno in questo modo. Nell’accordo del 30 novembre 2016 si parlava di un minimo di 85 euro medi uguali per tutti i singoli comparti pubblici (che è cosa diversa da 85 euro uguali a tutti i singoli lavoratori) con una particolare attenzione ai settori con i salari più bassi (la scuola, cosi come l’università che contrattualizza solo gli Ata, è tra i settori con salario medio più basso: circa 29.000 euro medi contro la media complessiva di circa 31.000 euro). Questo, per i sindacati, come specificato più volte da Susanna Camusso o da Carmelo Barbagallo e da tutti i segretari della scuola, doveva significare che nessun settore doveva avere per il contratto meno di 85 euro medi.
Invece il Mef nelle indicazioni date all’Aran ha calcolato il costo per dare si 85 euro medi, ma medi per tutto il pubblico impiego, finanziamento che determinerebbe un aumento medio uguale per tutti pari al 3,48% di aumento. Solo che ai settori che hanno un salario medio superiore alla media di 31.000 euro l’anno l’aumento diventerebbe superiore a 85 euro medi per i lavoratori del settore (nel comparto della conoscenza ad es. alla ricerca toccherebbero 110 euro e all’Afam 97), mentre alla scuola, con un salario medio di 29.000 euro quindi più basso degli altri e più basso della media, toccherebbero solo 76 euro medi da distribuire, cosi come all’università (esclusa la dirigenza ed i docenti) toccherebbero solo 70 euro.
È evidente che questo è il nodo politico che ha creato il blocco all’avvio vero e proprio della contrattazione. In buona sostanza l’accordo del 30 novembre 2016, così come stanno attualmente le cose, non sarebbe stato rispettato. Quindi il Governo Gentiloni, per evitare la mobilitazione e gli eventuali scioperi sul rinnovo del contratto, deve trovare una soluzione e sta cercando di trovarla.
IPOTESI IN CAMPO SULLE SOLUZIONI PER AVVIARE LA CONTRATTAZIONE
Due appaiono le soluzioni possibili, anche se non sono da escludere ulteriori soluzioni che sono allo studio dei tecnici del Mef. Negli ambienti politici e sindacali si parla di rivedere la ripartizione fatta dal Mef delle risorse previste nella legge di bilancio in modo da garantire 85 euro a tutti i settori, soluzione complessa da fare ora, visto che le trattative sugli statali sono molto avanti e comporterebbe un taglio di quanto è già stato promesso; oppure altra soluzione in campo, vista con particolare interesse dai sindacati, è quella di trovare le risorse economiche, poco più di 200 milioni di euro, che mancano per dare 85 euro a chi sta sotto. Poi c’è anche qualche problemino da risolvere sul mantenimento per tutti degli 80 euro del bonus.
Quindi servono un po’ di più di 200 milioni, che sarebbe la stessa cifra del bonus premiale della legge 107/2015.
Se ci fosse il via libera del Governo per fare transitare i 200 milioni di euro del bonus premiale sullo stipendio tabellare al fine di onorare quanto è previsto nell’accordo del 30 novembre 2016, i sindacati sarebbero disposti a chiudere la partita…Ma il Governo su questo punto, almeno con le dichiarazioni rilasciate dalla Ministra Valeria Fedeli, non sembrerebbe intenzionato a modificare l’impianto della legge 107/2015.
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