Un comunicato sofferto
Sulle prime pareva che il comunicato sarebbe stato firmato da tutti e 5 i sindacati rappresentativi (Snals e FGU-Gilda compresi). Ma poi, con il passare delle ore, è apparso chiaro che i 5 sindacati non sono affatto concordi nella valutazione della situazione attuale.
Fra le righe del comunicato si lascia trasparire una prospettiva importante: quello di cui si sta discutendo in queste settimane potrebbe essere molto semplicemente un “contratto ponte” che dovrebbe fare da apripista al contratto, molto più incisivo e significativo, relativo al triennio 2019/2021.
Sta di fatto, comunque, che Flc, Cisl e Uil sostengono che ora ci sono le condizioni “per riprendere anche sostanzialmente il negoziato e puntare a una soluzione positiva in tempi brevissimi”.
Si legge nel comunicato: “L’accordo contrattuale, la cui vigenza è in scadenza al 31 dicembre 2018, nel ricondurre nell’alveo negoziale le materie che sono state sottratte alla sede naturale della contrattazione (orario, salario, disciplina del rapporto del lavoro), rappresenta la premessa per riprendere un cammino di confronto interrotto da più di dieci anni, con grave danno alla scuola, alla partecipazione, alla democrazia e alla qualità dell’offerta formativa”.
Per la verità i sindacati si dicono convinti che almeno su un punto importante l’accordo con l’Aran potrebbe essere raggiunto facilmente: la contrattazione nazionale delle modalità di distribuzione del cosiddetto “bonus premiale” dovrebbe essere ormai cosa fatta (si veda in proposito una nostra analisi sulla questione).
E questo potrebbe rappresentare per i sindacati già una piccola ma significativa vittoria che segnerebbe la riconquista di importanti “spazi di contrattazione sulle condizioni di lavoro del personale, dal punto di vista economico e normativo, riportando alla contrattazione elementi sottratti da norme legislative, a partire dall’utilizzo pieno dei 200 milioni” in modo da “ripristinare la normale dialettica fra forze politiche e sociali indipendentemente dal quadro politico che si determinerà all’indomani delle imminenti elezioni politiche del 4 marzo”.