La trattativa per il contratto nazionale di lavoro del personale di scuola, università, ricerca e Afam procede a rilento.
Stando alle informazioni in nostro possesso in questo momento è molto probabile che la conclusione arrivi non prima del mese di maggio.
Per la verità, per la parte economica la firma fra Aran e sindacati c’era già stata nel dicembre scorso e aveva consentito il riconoscimento degli aumenti stipendiali e dei relative arretrati per tutto il personale, ma solo per una quota pari al 95% delle risorse complessivamente disponibili.
Restano anche da distribuire altri 300 milioni di euro inizialmente destinati alla professionalità docente e che a seguito del preannunciato atto di indirizzo del Ministro Valditara dovrebbero essere assegnati al tavolo contrattuale: il provvedimento, però, per quanto se ne sa ora è fermo in qualche ufficio del MEF e, di fatto, non è ancora arrivato all’Aran. A contratto siglato dovrebbero arrivare insomma altri 20-25 euro a tutti.
Ma i nodi principali riguardano gli aspetti normativi, aspetti non semplicissimi da risolvere anche a causa del fatto che il contratto riguarda 4 settori non propriamente omogenei.
Per quanto riguarda la scuola, per esempio, una delle questione più difficili da risolvere è quella del codice disciplinare del personale docente su cui sarà molto complicato trovare un accordo, dal momento che le organizzazioni sindacali chiedono di fatto l’eliminazione delle norme che attribuiscono poteri disciplinari ai dirigenti scolastici. Allo stato attuale non sembra però semplicissimo accogliere le richieste del sindacato in quanto tali poteri sono espressamente previsti dalla legge.
E’ molto probabile che anche questa volta tutto il problema verrà demandato ad una apposita sequenza contrattuale che, come quasi sempre è avvenuto già in passato, rimarrà ferma senza dare luogo a nessun tipo di accordo.
Con una conseguenza pratica molto importante perché in mancanza di modifiche rispetto all’assetto attuale continuerà a permanere una sperequazione pesante fra personale Ata e personale docente: gli Ata, infatti, avranno sempre la possibilità di accedere alla cosiddetta “sanzione concordata”, mentre i docenti sanzionati che vorranno impugnare anche solo un semplice “avvertimento scritto” dovranno necessariamente rivolgersi al Giudice del lavoro sostenendo quindi le relative spese legali.
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