Contratto scuola, 125 euro medi ai prof e 90 agli Ata: non finisce qui, presto altre risorse e nuove norme. Il piano Sinopoli (Cgil)

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“Abbiamo sottoscritto il contratto dell’Istruzione in due tempi. Mettiamola così: il primo tempo si è concluso venerdì 11 novembre, con gli aumenti che supereranno per i docenti anche i 120 euro è per gli Ata si avvicineranno ai 100. Ora bisogna capire se ci saranno altre risorse. E spero che la seconda fase si possa chiudere velocemente, in modo che lavoratori abbiano la percezione di qual è il risultato di tutta questa partita contrattuale. Poi c’è da definire la partita normativa, per la quale dobbiamo smontare la proposta delle sanzioni ai docenti direttamente dai presidi, dei nuovi profili Ata, della formazione a pagamento, delle assunzioni dei precari e delle segreterie che non ce la fanno più”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Francesco Sinopoli, segretario generale Flc-Cgil.

Ci fa il riassunto della situazione?

“Si stanno trattando quattro contratti: dire che questo è un solo contratto è falso. Noi abbiamo sottoscritto una parte del contratto collettivo nazionale di lavoro con un metodo assolutamente originale: abbiamo anticipato le somme più importanti del trattamento economico fondamentale, da assegnare entro Natale, e nell’intesa politica con il ministro Valditara orientato ulteriori risorse già previste per la valorizzazione professionale che verranno attribuite con la firma definitiva che arriverà al termine del negoziato, il quale è ancora in corso sulla parte normativa, che per noi è fondamentale”.

Cosa è cambiato rispetto a sei mesi fa?

“Prima di tutto ci abbiamo messo la faccia: quando qualcuno diceva la passata estate ‘chiudiamo con quello che c’è’, noi abbiamo detto di ‘no’ e abbiamo fatto bene, perché intanto c’è qualcosa in più come aumenti; poi ci sarà dell’altro. Ma soprattutto c’è da definire la parte normativa: il cuore del contratto, i sindacati non sono solo degli agenti tariffari”.

Cosa risponde Sinopoli a chi è scontento di questo contratto?

“Credo che si già fatto bene il lavoro di rappresentanza degli interessi, di conseguenza bisogna guardare bene a quello che abbiamo portato a casa: gli aumenti supereranno, e sarà così, per i docenti 125 euro complessivamente e per gli ATA quasi 100; può anche darsi che arrivi qualcosa in più. Quando leggo ‘impegno’ da parte del ministro dell’Istruzione non dico che sono certo, ma noi lavoriamo perché quell’impegno si concretizzi, accelerando sulla la distribuzione di questa massa importante di risorse. Dobbiamo considerare che è il contratto più grande della pubblica amministrazione, una spesa dello Stato che se si considerano gli arretrati supera i 5 miliardi”.

E’ sbagliato dire che a spingere per il rinnovo contrattuale è stato il Mef perchè quei miliardi rimasti nelle casse dello Stato ancora nel 2023 sarebbero stati un ‘impaccio’ difficile da giustificare dovendo prendere tanti soldi tramite il Pnrr?

“È inutile fare delle speculazioni, io penso che questa gobba di spesa nel 2023 sarebbe stata più problematica da gestire. Certo si parte dall’esigenza del ministero del Tesoro legata alla contabilità dello Stato, ma poi c’è la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori di cui tutti siamo consapevoli: quindi, questa accelerazione andava assolutamente sfruttata”.

Cosa pensa la Flc-Cgil sul DL 36 sulla formazione approvato dal Governo uscente?

“Sfideremo l’attuale Governo su quel punto abbiamo fatto uno sciopero contro quella norma che va abrogata. Quelle risorse vanno recuperate altrove e devono sostenere il contratto collettivo nazionale di lavoro: saranno le organizzazioni sindacali a definire gli strumenti migliori per valorizzare il lavoro dei docenti Sicuramente non è quella via”.

Ma quali sono le priorità su cui la Flc-Cgil non transige?

“lo faccio una lista molto esemplificativa ma del resto è quella che avevamo anche inserito nell’Intesa politica: c’è il tema sicuramente che va sciolto delle sanzioni disciplinari, con la necessità di un organismo terzo: l’idea che siano in capo al dirigente scolastico non può passare. Vanno ripensate anche a tutte le questioni che riguardano il nuovo sistema di classificazione professionale del personale Ata. Come pure i temi della formazione a pagamento, dei precari da stabilizzare e delle segreterie scolastiche oberate che non ce la fanno più”, conclude il segretario dei lavoratori della Conoscenza della Cgil.