Politica scolastica

Contratto scuola, trattativa in stallo. Sempre più alto il rischio che si vada oltre il 4 marzo

La trattativa per il rinnovo del contratto scuola continua sotto traccia con comunicati delle forze sindacali (ultimo quello della Gilda degli Insegnanti) e le varie indiscrezioni che vengono raccolti in ambienti ministeriali. La Tecnica della Scuola, già da un mese abbondante, sta informando costantemente i lettori. In una trattativa, come in una partita di calcio, ci sono tante azioni, pali e traverse colpite, ma non sempre c’è il gol. Capita, dunque, che si possano raccontare situazioni che cambiano nel giro di pochissime ore.

Secondo quanto riporta Italia Oggi, saltato il calendario iniziale, che prevedeva la firma già per metà gennaio, il rischio che il contratto vada a dopo il 4 marzo è sempre più alto.

Due punti chiave

La trattativa si è arenata su due punti chiave: i 200 milioni del merito, il bonus della Buona Scuola, e le sanzioni disciplinari. Sul primo punto i sindacati chiedono che il fondo sia distolto dall’attribuzione discrezionale dei dirigenti scolastici, che ha visto premiare un docente di ruolo su tre, per essere assegnato sullo stipendio tabellare; per le sanzioni disciplinari, hanno ritenuto irricevibile la proposta di prevedere anche per gli insegnanti il sistema sanzionatorio, comprese le sospensioni fino a dieci giorni, che farebbero perno sul preside, così come avviene già per il personale ausiliario tecnico e amministrativo.

Le aperture contenute nell’integrazione all’atto di indirizzo sarebbero insufficienti. La questione è stata rinviata al livello politico: è la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli che dovrà dire fin dove si può spingere in via interpretativa l’Aran, sia sul bonus merito ma anche sulle sanzioni disciplinari.

La campagna elettorale è entrata nel vivo e la scuola, come bacino elettorale, è molto sensibile. Una situazione che rende dunque delicato sciogliere i punti chiave della trattativa. Da Viale Trastevere, però, assicurano che questa settimana sarà decisiva per capire come si chiuderà la partita della scuola che interessa oltre un milione di dipendenti pubblici.

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Andrea Carlino

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