Vi scrivo in riferimento al pezzo sui rinnovi contrattuali del personale docente pubblicato in questi giorni.
Come dirigente scolastico mi è dispiaciuto leggerlo.
Credo che sia necessario essere giusti nei confronti del Ministero e di chi ci lavora così come reputo necessario innervare le scuole e chi ci lavora di entusiasmo e voglia di fare piuttosto che di conti fatti in chiave depressiogena. Oggettivamente, mai si sono susseguiti nel mondo della scuola tanti rinnovi contrattuali quanti quelli attuati dal ministro attuale, più quelli in lavorazione. Appena insediatosi, Valditara ha chiuso il contratto 2019/2021 che era fermo da tre anni, stanziando ben 300 milioni di euro. In questo modo, sommando i 300 milioni agli incrementi previsti per il pubblico impiego, l’aumento dall’inizio del 2023 è arrivato a circa 120 euro annui, vale a dire il più alto aumento di stipendio realizzato nella storia italiana.
In più, a luglio scorso, il ministro ha anticipato che il nuovo contratto 2022/24 porterà a ulteriori 160 euro di aumenti complessivi, di cui la metà già presenti nei cedolini stipendiali da inizio 2024.
Quindi, mi chiedo e vi chiedo, che senso ha scrivere che “il rinnovo del contratto avrà un ritardo, rispetto l’inflazione e il potere d’acquisto, di almeno tre anni” e fare una contabilità che non tiene conto delle cifre oggettive che vengono destinate ai docenti?
Sminuire l’operato del MIM? Abbattere l’animo dei docenti? Davvero mi risulta difficile da comprendere.
Il paragone con l’Europa lo abbiamo letto e studiato ovunque in questi anni: libri, articoli, convegni. Da anni, anzi da decenni. Come si può pretendere che un Governo possa fare in una sola azione ciò che non hanno fatto i governi precedenti in tanti anni?
Mi spiego meglio: i salari dei docenti non sono allineati all’inflazione da tanti e tanti anni, certo non da qualche mese. Valditara sta procedendo agli aumenti di cui ha parlato e, da quel che mi risulta, mai ha detto qualcosa che non ha fatto.
Quindi perché polemizzare sulle buone intenzioni e su un buon lavoro fatto? Tutti vorremmo che i docenti e l’intero personale della scuola guadagnasse il doppio o il triplo ma è necessario essere realisti e onesti e non si possono pretendere miracoli.
Nella legge di bilancio sono stati stanziati tre miliardi di euro per il nuovo contratto e, per la prima volta in Italia, verranno siglati due contratti in due anni.
Non mi sembra ci sia nulla da criticare in questo lavoro. Nell’anno scolastico 2022/2023 i docenti italiani sono stati 943.681 di cui 709.105 a tempo indeterminato e 234.576 supplenti a tempo determinato.
Fare aumenti salariali per numeri così alti è una delle azioni più complesse che si possa immaginare. Facile criticare, solleva gli animi, costa poco, è sport nazionale. Ma non sarebbe più razionale apprezzare oggettivamente gli sforzi che le istituzioni stanno compiendo?
È notizia di oggi il rinnovo della carta per i docenti: aartire da lunedì 14 Ottobre alle ore 14:00 sarà possibile accedere nuovamente ai borsellini elettronici e alla generazione dei voucher. Non sono forse soldi anche quelli?
Anna Maria De Luca
Dirigente scolastico Liceo Montessori
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