A proposito della riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto scuola, l’USB lancia una pesante accusa nei confronti dei tre principali sindacati rappresentativi: “Ci siamo accorti presto che per Cgil, Cisl e Uil la priorità non erano i lavoratori, ma riuscire a fare l’ennesima marchetta al Governo e firmare il rinnovo prima delle elezioni politiche”.
“Domani – sottolinea il segretario nazionale Luigi Del Prete – riprende la trattativa dopo due settimane dall’ultima convocazione all’Aran. La sensazione forte è che si stia assistendo alla replica di quanto accaduto nelle Funzioni Centrali, con una trattativa ferma per mesi, ma con continue indiscrezioni da parte dei giornali e poi chiusa in tre giorni con un pessimo contratto. Se così fosse non potremmo che ripetere quanto già detto in occasione del contratto degli statali: siamo di fronte ad un quadro nel quale le ragioni della trattativa coincidono con interessi estranei ai lavoratori, vero centro del CCNL, che sono ridotti a carne da macello da sacrificare sull’altare della campagna elettorale”.
L’USB si dice anzi convinta che alla resa dei conti il contratto si concluderà con “quattro soldi di arretrati e un’elemosina mensile”
anche se alla fine i sindacati firmatari presenteranno all’opinione pubblica come un buon risultato “l’introduzione nei contratti di tutte le norme anti fannulloni finora non completamente applicate”.
“I danni che potrebbero derivare – conclude Del Prete – sono enormi, domani vedremo nel dettaglio che tipo di situazione si sta prospettando, ma siamo certi che i lavoratori sapranno valutare e saranno conseguenziali al momento di dare il proprio consenso”.
Intanto l’USB ricorda anche che per il 23 febbraio è stato convocato da tutto il sindacalismo di base uno sciopero generale della scuola per rivendicare un adeguato trattamento economico e non solo.
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