Sul rinnovo contrattuale e gli aumenti di stipendio al personale della scuola non tutti sono entusiasti. In un comunicato a poche ore dalla firma, il sindacato USB Scuola spiega le ragioni delle proprie perplessità:
“Di questi tempi può succedere che una notizia possa apparire più bella di quanto non sia, specie se si parla di portafoglio e di conti in tasca. Ed è altrettanto vero, sempre di questi tempi, che un paio di migliaia di euro (di questo parliamo) che arrivano tutti in una volta sotto Natale e coi primi freddi, fanno tirare più di un sospiro di sollievo a tante famiglie di lavoratori pubblici.
Ma ciò non toglie che a questi lavoratori dobbiamo provare a dire che cosa sta succedendo. È stata firmata la parte economica del CCNL Istruzione 2019-21, ovvero la parte economica di un contratto scaduto quasi un anno fa.
Valditara, quello della lettera sul muro di Berlino di due giorni fa, esprime soddisfazione. Il popolo della scuola si appresta a farsi i conti in tasca. 3000 euro di arretrati dichiarati e 100 € medi di aumenti mensili in momenti come questi non fanno schifo a nessuno.
Ma andiamo a guardare bene di cosa si tratta. I 3000 € di arretrati li riceveranno, se va bene, i lavoratori inseriti nelle ultime due fasce retributive della scuola secondaria di secondo grado, gente con almeno 28 anni di servizio. Gli altri prenderanno tutti meno. E, ricordiamolo, sono soldi che dovevano essere nostri mesi e mesi fa, non certo un generoso regalo dello Stato.
L’aumento netto sarà di 50 euro medi mensili, qualcosa di ridicolo in un contesto di inflazione come quello attuale.
Al di là della narrazione trionfalistica del Ministro, e dei comunicati pomposi e soddisfatti di sindacati che rappresentano una funzione sociale che non hanno, la verità è che gli aumenti sono una miseria, che restiamo una delle categorie statali meno pagate in Europa e continueremo ad arrancare nella crisi economica attuale.
La battaglia per il salario deve continuare a essere il punto che unisce tutto il mondo del lavoro. Dobbiamo tenere ben presente quanto perdiamo ormai da decenni in termini di possibilità individuali e collettive, in termini di diritti e servizi. Tutto questo non può essere accettato con rassegnazione ed è per questo che rilanciamo lo sciopero generale del 2 dicembre del sindacalismo conflittuale.
Vogliamo aumenti veri, stipendi dignitosi, contratti che tengano il passo con l’aumento del costo della vita, non firmati con anni di ritardo e poi spacciati come conquista”.
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