Il nuovo contratto della scuola sarà decisamente più ricco di quello siglato in via provvisoria il 14 luglio scorso: lo ha dichiarato in queste ore il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che parla esplicitamente di maggiori risorse “sensibilmente maggiori rispetto ai 124 euro”.
Per ora, però, di sicuro non c’è ancora nulla anche se comunque la legge di bilancio prevede risorse specifiche per il rinnovo dei contratti pubblici del triennio 2022/2024.
Ma i conti precisi si potranno fare a manovra conclusa, perché una parte dei soldi stanziati verranno usati da subito per erogare a tutti i dipendenti pubblici l’indennità di vacanza contrattuale che finora è stata sempre molto modesta (10-20 euro mensili al massimo) e che per il 2024 sarà invece di quasi 7 volte superiore.
Già con i prossimi stipendi dovrebbero anche arrivare i soldi derivanti dalla riduzione del cuneo fiscale che potrebbero tradursi in aumenti vicini ai 100 euro.
C’è però chi osserva che in questo modo si riducono oltre misura gli spazi contrattuali ma c’è anche chi sostiene che di fatto una quota non indifferente degli aumenti contrattuali è quasi sempre predeterminata e che la contrattazione fra Aran e sindacati può “spostare” solamente cifre piuttosto modeste.
Per intanto resta il fatto che il contratto firmato il 14 luglio scorso non è ancora stato registrato dagli organi di controllo e, per il momento, non si parla ancora di firma definitiva, con il risultato che diversi benefici previsti dall’intesa estiva (per esempio i permessi estesi anche al personale con contratto a tempo determinato) non sono ancora effettivi.
Ma non è questo l’unico ritardo: a tutt’oggi non è ancora stato emanato l’atto di indirizzo per avviare la contrattazione per i dirigenti scolastici.
Né ci sono notizie sulle sequenze contrattuali previste dal CCNL (una fra tutte la sequenza relativa alla responsabilità disciplinare del personale docente). Insomma, per ora siamo di fronte ad un quadro ricco di ombre e di luci.