Prima di Natale, la Tecnica della Scuola ha realizzato un approfondimento chiedendo ai principali sindacali del mondo della scuola la propria opinione sull’attualità scolastica.
Non poteva mancare un commento sul contratto scuola, il cui rinnovo è previsto a breve. Due i punti fondamentali: l’aumento di stipendio previsto pari circa 40 euro e il raffronto con il fresco rinnovo contrattuale dei dirigenti scolastici, che invece hanno ottenuto aumenti maggiori, anche se però, è bene non paragonare i rinnovi in modo perfetto, dato che si tratta di due aree differenti.
Proprio su questo ultimo punto viene sottolineato dalla Flc Cgil, che fa notare come “non si possono comparare le sezioni del Comparto (scuola, università, ricerca e afam) con l’Area dirigenziale dello stesso Comparto, la quale, peraltro, riguarda non solo i DS ma anche gli altri Dirigenti dell’Area. Gli aumenti ai Dirigenti scolastici sono un parziale risarcimento delle decurtazioni stipendiali subite in questi dieci anni e si consideri che essi ancora non hanno raggiunto la parità di trattamento dei loro colleghi del Comparto”, dichiara il segretario Francesco Sinopoli.
Pensiero condiviso anche dalla Cisl Scuola, con il segretario Lena Gissi che sottolinea come “riallineare i dirigenti scolastici ai trattamenti della dirigenza pubblica fosse doveroso, come lo è allineare gli stipendi del personale docente e ATA con la media degli altri Paesi europei”.
La Uil Scuola, tramite il segretario Pino Turi ricorda a tal proposito come “tutti i contratti sono stati rinnovati sulla base dell’accordo con il Governo (quello del 30 novembre 2016) su un aumento medio del 3,48 %, compreso quello della dirigenza scolastica”.
Anche per lo Snals “gli incrementi ai dirigenti scolastici derivanti dalle risorse contrattuali sono uguali in termini percentuali a quelli del comparto e corrispondono al 3,48%, mentre gli altri aumenti riassorbono le decurtazioni subite sulla retribuzione negli ultimi dieci anni e preparano la strada all’equiparazione retributiva alle altre dirigenze con le ulteriori sequenze della contrattazione integrativa”, commenta il segretario Elvira Serafini.
Un piglio più polemico invece per Rino di Meglio, coordinatore della Gilda, che invece fa notare che “non solo la differenza degli aumenti è assolutamente sproporzionata, perché parliamo di oltre nove volte il misero incremento stipendiale dei docenti, ma tutti sanno benissimo che gran parte delle funzioni organizzative e gestionali vengono delegate nella vita quotidiana delle scuole agli stessi insegnanti in cambio di compensi irrisori”. Pertanto, per la Gilda, sarebbe “giunto il tempo di alzare la testa e iniziare a declinare tutte quelle attività non obbligatorie che sarebbero di competenza del dirigente”.
Quello che appare chiaro, ad ogni modo, è la scarsezza dei fondi destinati al rinnovo contrattuale di docenti e ATA.
Infatti la Flc Cgil ritiene per docenti e ATA del tutto insufficienti le risorse previste in legge di bilancio: “noi rivendichiamo per Docenti e Ata della scuola stipendi di livello europeo; magari da raggiungere in un paio di contratti ma con un cammino e un tempo certi e definiti”, conclude Sinopoli.
Per Elvira Serafini dello Snals,” il giusto riconoscimento delle responsabilità dirigenziali ci troverà sempre d’accordo se sarà coniugato, nelle prossime sequenze contrattuali di comparto, alla giusta retribuzione del lavoro di tutto il personale della scuola e del riconoscimento equo di tutte le voci del salario accessorio”.
Pino Turi della Uil Scuola invece ritiene che il rinnovo del contratto dei dirigenti possa essere “l’esempio da seguire per individuare le risorse aggiuntive per superare il divario esistente nell’intero comparto”.
Lena Gissi della Cisl Scuola, infine, pone la questione da un punto di vista più ampio, perchè “altro è ragionare di 7.000 posizioni stipendiali, altro doverne considerare più di un milione: su numeri così grandi il fabbisogno di risorse è ben diverso, servono impegni straordinari di investimento, che da tempo rivendichiamo, ai quali non si fa certo fronte solo con parole e promesse. Ci attende un rinnovo contrattuale, sarà per tutti una prova dei fatti”, conclude.
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