Gli 85 euro lordi in busta paga sono il punto di partenza della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della scuola. Contrattazione che dopo dieci anni si è aperta il 9 novembre, all’ARAN dove sono stati convocati i segretari generali dell’intero comparto, mentre il primo incontro specifico sulla sezione scuola ci sarà il 13 novembre 2017.
Di questi temi, hanno parlato i tre sindacati Confederali – Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Sciuola – e lo Snals, nella stessa giornata, durante una conferenza stampa tenuta presso l’Hotel Nazionale a piazza Montecitorio, per fare il punto sul rinnovo del contratto, anche in riferimento alla Legge di Bilancio in fase di approvazione al Senato.
“Nella Legge di stabilità devono esserci delle risorse aggiuntive e dobbiamo fare in modo che tutte le risorse della Legge 107 rientrino in contrattazione, innanzitutto forzando i salari tabellari”, spiega Francesco Sinopoli di Flc-Cgil, che insieme alle altre sigle ha indetto una manifestazione il 18 novembre con iniziative su tutto il territorio nazionale.
RISORSE AGGIUNTIVE E BONUS IN BUSTA PAGA
I sindacati confederati Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil scuola e Snals Confsal chiedono “risorse certe”, che devono arrivare dalla rimodulazione degli stanziamenti dalla Legge 107 per provvedimenti come bonus formazione e di merito, che a loro volta devono essere portati in busta paga.
Sì all’aumento salariale dei dirigenti scolastici, a cui però deve seguire l’aumento per tutto il comparto scuola. I sindacati chiamano ad una assunzione di responsabilità anche il Parlamento che dovrà prevedere risorse aggiuntive. “I bonus per la formazione e anche quelli per il merito devono necessariamente essere ricondotte alla contrattazione”.
“Tutte le risorse, afferma Ivana Barbacci di Cisl Scuola, devono essere ricondotte alla retribuzione, perché solo così potremmo dare un valore previdenziale. Per la politica è l’occasione per recuperare il rapporto con la scuola”.
RECUPERARE GLI SCATTI DI ANZIANITA’
Tra i punti dolenti della L. 107/15 figurano, nelle intenzioni dei sindacati, l’eliminazione della chiamata diretta, “che ha causato problemi anche ai dirigenti scolastici” e soprattutto il recupero degli scatti di anzianità, congelati nel periodo 2011-2013, con particolare attenzione al 2013 per il quale si cercherà di far recuperare gli scatti perduti anche a chi è già in pensione.
Come ha spiegato Elvira Serafini di Snals che sulla chiamata diretta aggiunge: “Lavoreremo per un adeguamento della norma attraverso il contratto. I colleghi chiedono un miglioramento della parte normativa che deve tutelare tutto il mondo dell’istruzione, senza trascurare i dirigenti che non sono un classe privilegiata”.
SCARDINARE LA BUONA SCUOLA
“Un contratto non può sistemare tutti i danni fatti dalla buona scuola, così andremo all’ARAN per contrastare questa mutazione genetica della scuola italiana voluta dal Governo” e che per Pino Turi, leader della Uil Scuola, risponde al nome di Buona Scuola.
“La politica – ci ha detto il sindacalista Confederale – deve dare conto alla società e al Paese. In questo contratto non c’è solo l’elemento retributivo, ma anche quello culturale. Siamo convinti che l’atto per come è strutturato, ci permetterà di realizzare gli obiettivi che vogliamo perseguire”.