Politica scolastica

Contratto: sindacati vogliono chiudere, Uil minaccia sciopero generale scuola

 

A sostegno della chiusura del contratto nazionale, i sindacati del comparto scuola hanno manifestato nel pomeriggio del 14 dicembre davanti a Montecitorio

Sindacati: ci vogliono risorse aggiuntive

Tutti d’accordo nella richiesta di avere ulteriori risorse e di chiudere la trattativa al più presto.
Non è chiaro però come si potrà chiudere presto e bene con le condizioni attuali.
Le risorse, obiettivamente scarse, sono però quelle concordate già il 30 novembre 2016 ed è comprensibile che, oggi, il Governo non voglia rimettere tutto in discussione.
Molto realisticamente Ivana Barbacci (Cisl scuola) ha ribadito che gli 85 euro ci devono essere tutti, perché erano stati concordati già un anno fa, mentre la Flc-Cgil si è lanciata a tratteggiare possibili scenari futuri parlando di 17 miliardi da destinare al sistema scolastico nei prossimi anni.

Snals minaccia di non firmare

La segretaria generale dello Snals ha ribadito quanto già emerso dalla assemblea nazionale affermando che il suo sindacato non firmerà nessun contratto alle condizioni attuali anche perché gli 85 euro “sono un vero e proprio schiaffo considerando che in tasca ne arriveranno la metà”.
E, a  gettare un po’ di benzina sul fuoco, ci ha pensato il segretario di Uil Scuola Pino Turi che ha parlato di sciopero generale del comparto scuola.
Per parte sua il segretario generale della Flc, Francesco Sinopoli, ha sottolineato che “la scuola merita più di 85 euro e c’è bisogno di investimenti e di valorizzare le professionalità di chi ci lavora”.

Forse un anno fa le cifre non erano chiare a tutti

La sensazione è che i sindacati si stiano accorgendo ora che l’accordo del 30 novembre 2016 è poca cosa: all’epoca in pochi avevano capito bene che la cifra era lorda e che, alla resa dei conti,  in tasca a docenti e Ata sarebbero arrivati una quarantina di euro (e forse persino di meno); con il passare del tempo le cifre sono diventate più chiare  e da due-tre mesi il personale della scuola ha preso pienamente atto che i soldi saranno esattamente quelli di cui la nostra testata sta parlando da tempo.
E ovviamente il malumore nei confronti dei sindacati sta progressivamente crescendo (la raccolta di firme per la disdetta delle tessere promossa dal gruppo Professione Insegnante è solo la punta dell’iceberg della scarsa fiducia che ormai c’è nei confronti delle organizzazioni sindacali tradizionali).
La manifestazione del 14 dicembre va letta forse anche come un tentativo per ricucire il rapporto con la “base” della scuola.
Vedremo nei prossimi giorni se almeno questo obiettivo verrà raggiunto.

Reginaldo Palermo

Articoli recenti

I Simpson, nel loro mondo c’è davvero di tutto, inclusa tanta scienza

Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…

23/12/2024

Il 2025 sarà l’anno record di spese militari, mentre caleranno per Scuola, Ricerca e Sanità: petizione Avs per fermare nuovi carri armati e missili

"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…

23/12/2024

Compiti casa, sì, no, dipende

I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…

22/12/2024

Il Sicilia Express funziona. A casa tanti prof e studenti dalle brume del nord in treno

È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…

22/12/2024

Concorso ordinario Pnrr 2024, non vengono valutati i titoli informatici e le certificazioni linguistiche inferiori quelle di livello C1

Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…

22/12/2024

Concorso docenti 2024, costituzione delle commissioni giudicatrici, presentazione della domanda

Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…

22/12/2024