Ma quale tassa occulta, ma quale balzello, ma quale ricatto! il contributo volontario alle scuole è un atto spontaneo.
Se ci sono istituti che lo pretendono, e questo è tutto da dimostrare, vanno denunciati alla magistratura. È un fiume in piena Mario Rusconi, vicepresidente nazionale Anp, nel commentare l’articolo-inchiesta realizzato dal Fatto Quotidiano, secondo cui “in molte scuole italiane anche quest’anno presidi e consigli d’Istituto hanno imposto il versamento rendendolo di fatto obbligatorio, con importi variabili dai 27 ai 200 euro” e che spesso questi soldi sarebbero “l’unico canale per garantire servizi base”.
A colloquio con La Tecnica della Scuola, il dirigente scolastico del primo sindacato dei presidi italiani, esprime tutto il suo dissenso per quel genere di conclusioni.
Rusconi, l’ha fatto arrabbiare quell’articolo?
Molto. Non è possibile che si generalizzi, travisando la realtà. Siamo al qualunquismo puro.
Quindi, lei dice che non è vero che i presidi pretendono i soldi dai genitori perché hanno le casse vuote e sono pieni di spese da assolvere?
È vero solo che le scuole sono prive di risorse e che Comuni e Miur da diversi anni non inviano più agli istituti quei finanziamenti necessari al loro sostentamento e alla manutenzione.
Ci spieghi meglio.
Da tempo assistiamo ad una falcidia dei contributi pubblici. È rimasta famosa la circolare dell’ex ministro delle Finanze Giulio Tremonti che per due anni consecutivi comunicò alle scuole che avrebbero dovuto fare a meno totalmente del contributo dello stato per il funzionamento ordinario delle scuole. Che, infatti, per un biennio è stato pari a zero euro. E nel frattempo, anche gli enti locali hanno tagliato enormemente i fondi.
Allora il problema esiste?
Mi spiego meglio. Esiste il problema. Ma non è quello il mezzo per risolverlo. Una situazione di questo tipo, con i dirigenti che obbligano i genitori a tirare fuori i soldi in cambio del servizio pubblico scolastico, sarebbe gravissima: si chiama estorsione. Perché, la legge dice che non è possibile imporre nulla ai genitori degli alunni. È giusto che si chieda il loro intervento, che rimane volontario. Il tutto, deve avvenire nella massima trasparenza e nel rispetto della legalità.
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Cosa consiglia a quei genitori che dovessero ricevere una richiesta del genere?
Deve denunciare il fatto. Qualora ci siano situazioni di questo tipo, invito i genitori a recarsi presso la magistratura. Perché chi lega il servizio scolastico ai contributi volontari, commette un reato. Detto questo, non si può generalizzare, arrivando a sostenere che i dirigenti scolastici ricattano le famiglie.
Conosce delle scuole in difficoltà?
Le posso dire come stanno le cose a Roma. La scorsa settimana, come Anp, siamo stati convocati dalla sindaca Virginia Raggi. La situazione è pesante: il Comune ha stanziato appena un milione e mezzo di euro per 189 istituti comprensivi, composti a loro volta da più plessi. Agli istituti si assegnano cifre risibili.
Che le scuole esauriscono in pochissimo tempo…
Non ci crederà, ma per la piccola manutenzione a Roma ci sono stati anche dei presidi che si erano rifiutati di riceverli. Probabilmente per protesta. Ma anche questo è sbagliato. Perché se la scuola ha la gestione dei locali, è giusto che collabori alla sua manutenzione. Anche se le somme che arrivano sono basse.
Rusconi, un’ultima domanda: come si dovrebbe comportare il capo d’istituto per chiedere correttamente il contributo volontario alle famiglie?
Serve prima di tutto la delibera del Consiglio d’Istituti: è chiaro che se questo si spacca a metà, è difficile trovare una soluzione. Secondo passaggio: il contributo delle famiglie va finalizzato. Si deve esplicitare la cosa serve: per pagare l’Adsl, per fare la piccola manutenzione dei servizi igienici, per ripulire le aule.
Ma non è un’esagerazione?
No. Nella scuola ogni ‘voce’ di spese va esplicitata. Le faccio un ultimo esempio: lo sa che gli enti locali, tenuti a pagare le utenze, non pagano i telegrammi per condoglianze? Ecco perché la finalizzazione dell’entrata è fondamentale: tutti devono sapere dove vanno a finire quei fondi nel bilancio scolastico. Anche perchè, non lo dimentichiamo, sono detraibile e deducibili per le famiglie.
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