Categorie: Riforme

Contro il dl Gelmini sarà un ottobre di mobilitazioni

Dopo la tre giorni del Pd contro la politica del Governo, la scuola inizia il mese di ottobre con altre tre giornate consecutive di proteste e mobilitazioni per contrastare il decreto legge cosiddetto Gelmini: le mobilitazioni si svolgeranno il 2, 3 e 4 ottobre ed avranno come teatro unico il Miur di viale Trastevere a Roma. 
Si inizia giovedì 2 ottobre  con la manifestazione dell’Anief – l’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione. Assieme, ma non è ancora certo se uniti, ci saranno i coordinamenti dei genitori e docenti del quartiere Casilino di Roma che hanno indetto il ‘no Gelmini day’. 
L’Anief – composta da docenti specializzandi Ssis, Cobaslid, Scienze della formazione primaria e Afam, Didattica e strumento musicale – conta di portare in Largo Bernardino da Feltre (di fianco al Miur) almeno 2 mila aspiranti docenti provenienti da tutta Italia, rivendicheranno l’inserimento a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento da parte dei circa 15.000 corsisti che stanno completando il nono ed ultimo corso di specializzazione universitario per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. Gli emendamenti al dl approvato ad inizio agosto, dove inizialmente non era prevista l’inclusione degli specializzandi, prevedono infatti la possibilità per gli specializzandi di essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Ma solo in coda.
Marcello Pacifico, presidente Anief, chiede invece che l’inclusione avvenga “senza alcuna penalizzazione all’atto dell’aggiornamento: sono previsti arrivi da tutta Italia – sottolinea Pacifico –  arriveranno anche dalla Sicilia e dalla Sardegna”. All’iniziativa ha aderito anche l’Adi – l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca – che vanta al suo interno alcune centinaia di sissini. Tra le rivendicazioni degli organizzatori figurano anche “l’immissione in ruolo annuale su tutti i posti vacanti, il riconoscimento del titolo di specializzazione ai fini della ricostruzione e progressione di carriera, la parità di diritti contrattuali tra docenti di ruolo e precari, anche ai fini degli scatti di anzianità retributiva”.
L’Anief, che vorrebbe incontrare il Ministro, protesterà anche per tutti i tagli previsti al comparto scuola nei prossimi tre anni, ma anche per “l’assegnazione delle ore di sostegno in deroga, in base alle certificazioni presentate, e il diritto all’istruzione di tutti gli alunni diversamente abili, e per un completo reclutamento dei giovani ricercatori precari”. 
Nella stessa giornata, forse fianco a fianco, manifesteranno anche i diversi coordinamenti di docenti e genitori, costituiti a seguito dell’occupazione della scuola primaria di Roma ‘Iqbal Masih’: le proteste dei movimenti romani (facenti parte in prvalenza di municipi VI e VII) riguardano la parte del decreto che richiama al ridimensionamento dell’orario base alla primaria ed il ritorno al maestro unico. 
Simonetta Salacone, dirigente scolastica del 126° circolo Iqbal Masih, punta l’indice contro il Ministro Gelmini: “come può dire – sostiene Salacone – che i precari non siano un suo problema? Ho scritto una lettera aperta al ministro e poi ai docenti per dire che la scuola è delle persone che ci vivono dentro, dei cittadini”. Anche i coordinamenti chiederanno di incontrare il Ministro Gelmini. Che poche ore prima, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico al Quirinale, trovandosi faccia a faccia proprio con alcuni dei genitori e docenti della scuola del Casilino, ha detto che non ha”nessuna contrarietà ad incontrarli”. All’iniziativa hanno aderito anche alcuni partiti dell’estrema sinistra.
Venerdì 3 ottobre sarà la volta dell’Unicobas: la manifestazione riguarderà tutti i provvedimenti del Governo in tema di scuola. Secondo Stefano D’Errico, leader del sindacato autonomo, se dovesse essere approvata l’attuale politica ed il decreto 137 si andrebbe sempre più verso “una scuola di regime, impoverita e massacrata dai tagli alle cattedre”. Alla manifestazione parteciperà anche “Italia dei Valori” con in testa il segretario Antonio Di Pietro.
Sabato mattina, infine, sarà la volta della Rete degli studenti che si ritroveranno per la seconda volta in pochi giorni davanti al Ministero: l’iniziativa, che prenderà il via alle 9, intende sensibilizzare le istituzioni su più versanti: in particolare sui tagli ai finanziamenti, alla didattica, agli orari e al personale. Ma anche “contro l’atteggiamento repressivo nei confronti degli studenti, per il ritiro del provvedimento sul voto in condotta”.
E non finisce qui. Mentre i Confederali decideranno in settimana il da farsi (con la Flc-Cgl che scalpita) altre mobilitazioni sono già state programmate: il 10 ottobre ci saranno di nuovo i giovani davanti al Ministero, ma la manifestazione stavolta sarà indetta dall’Unione degli Studenti. L’11 ottobre manifesterà la Cisl. Il 16 ottobre tocca alla Gilda degli insegnanti, mentre Il 17 è previsto lo sciopero nazionale, con manifestazione a Roma, indetto da Cobas, Cub e Sdl.
Intanto anche le singole scuole si stanno muovendo: come lo storico liceo Mamiani di Roma, dove il 30 settembre docenti e personale Ata hanno deciso a grande maggioranza di istituire un presidio permanente e invitare “tutte le scuole d’Italia, di ogni  ordine e grado, dai grandi licei storici alla scuola elementare del più piccolo paesino di montagna, a prendere coscienza della minaccia che incombe sul nostro Paese, e a mobilitarsi di conseguenza, con ogni iniziativa civile e pacifica a disposizione”.

Alessandro Giuliani

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