“In questi ultimi anni c’è stato un aumento delle donne che si sono rivolte a noi, perché il problema della violenza sta finalmente uscendo fuori in tutta la sua enormità. Per questo bisogna parlare ancora di più di prevenzione del fenomeno. E bisogna farlo a partire dalla scuola”
E lunedì al Tatro Quirino di Roma si parlerà di maltrattamenti e femminicidi insieme a 950 ragazzi delle scuole, “perché secondo noi la violenza è una questione culturale –spiega Moscatelli -. E si deve affrontare fin dalla più tenera. Bisogna che i ragazzi capiscano i comportamenti sbagliati. Sono gli stessi professori spesso a chiederci di aiutarli a far capire cosa è una violenza, e quanto siano sbagliati anche gli atti di bullismo”.
Al centro di viale Mazzini di Telefono Rosa solo lo scorso anno sono arrivate ben 1.300 donne a chiedere aiuto, a partire dalle consulenze legali. “Quando arrivano da noi le donne sono distrutte, noi le aiutiamo a ricostruirsi la vita e reinserirsi nel sociale, cerchiamo di fare in un modo che possano rendersi indipendenti attraverso il lavoro, per questo organizziamo corsi di formazione –spiega Moscatelli- Contemporaneamente ci sono i figli, che anche loro vanno seguiti e accompagnati dopo una storia di violenza domestica”.
Secondo la presidente di Telefono Rosa, però, per una donna la difficoltà maggiore sta nel decidere di denunciare la violenza: “prima di riuscire a spezzare questa catena a volte possono passare anche anni.”
Durante l’incontro al Teatro Quirino verrà proiettato un video sulle violenza in Pakistan. Sarà presente poi Malalai Joya, giovane parlamentare afghana costretta all’esilio e minacciata di morte da parte dei talebani. Il 26 novembre, verrà distribuito inoltre, ai giovani studenti di Valmontone, alle porte di Roma, un opuscolo sulla Convenzione di Istanbul.
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