Il Ministro parla di controlli sulle procedure di chiamata diretta: verranno messi a confronto PTOF e avvisi dei dirigenti scolastici.
L’annuncio del Ministro sui controlli che verranno effettuati non convince molto perchè non si comprende con quali strumenti e con quali modalità potranno operare gli Uffici regionali.
Intanto c’è un primo problema, quello dei numeri.
In Lombardia ci sono all’incirca 1100 scuole, in Campania 1000, nel Lazio più di 700: supponendo che il controllo riguardi anche soltanto un quarto delle scuole le verifiche da fare sarebbero almeno 250 in ciascuna delle regioni più estese e quasi 200 nel Lazio.
Il controllo dovrebbe riguardare la congruenza degli avvisi con i contenuti di PTOF, RAV e Piani di miglioramento. Per ogni scuola bisognerà leggere qualcosa come 200 pagine di documentazione.
Ma a chi saranno affidati questi controlli? E’ da escludere che possano essere fatti dal personale amministrativo degli Uffici regionali o provinciali dal momento che per rilevare eventuali incongruenze sono necessarie specifiche competenze di natura tecnica.
Le verifiche, dunque, potrebbero essere condotte dagli ispettori (o meglio dai dirigenti tecnici) che però, come è noto, sono in numero ampiamente insufficiente già rispetto all’ordinaria amministrazione.
L’annuncio del Ministro si presenta come una delle “grida” di manzoniana memoria che non come un indirizzo operativo rivolto agli uffici periferici della Amministrazione scolastica.
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