Dura presa di posizione di Maddalena Gissi, segretaria nazionale di Cisl Scuola, sulle disposizioni contenute nel disegno di legge concretezza voluto dalla ministra Bongiorno.
“Credevamo che la stagione dei lavoratori pubblici assimilati a fannulloni fosse finita – afferma Gissi – ma dobbiamo purtroppo ricrederci: questo governo rilancia e rafforza un’idea del lavoro pubblico sostenuta da un misto di pressapochismo e di demagogia che offende, indigna e preoccupa”.
La segretaria del principale sindacato della scuola ricorda che in occasione dell’audizione presso la Commissione Lavoro del Senato la Cisl “aveva invitato a tenere debitamente conto del fatto che le scuole, anche se comprese tra le amministrazioni pubbliche, sono caratterizzate da specificità che riguardano sia la tipologia di servizio che particolari garanzie di rango costituzionale operanti nell’ambito del sistema di istruzione, come la libertà di insegnamento e la stessa autonomia scolastica”.
Ma soprattutto – sottolinea Gissi – le scuole “si caratterizzano per le ridotte dimensioni amministrative e lo stesso legislatore ne ha sempre riconosciuta la particolarità tra le amministrazioni dello Stato, anche nelle disposizioni relative alla funzione dirigenziale e agli organismi di valutazione”.
Aggiunge ancora la segretaria: “Basterebbe un minimo di buon senso per rendersi conto di quanto, nel caso delle istituzioni scolastiche, la rilevazione dei dati biometrici sia una soluzione decisamente sproporzionata, trattandosi di unità amministrative di dimensioni così ridotte da rendere agevole ed immediato il controllo sulla presenza del personale: inutilmente onerosa, è il caso di aggiungere, per i bilanci già ridotti all’osso delle nostre scuole”.
E anche alla Cisl, come all’ANP, non piace affatto l’idea di prevedere per i dirigenti scolastici le stesse misure di controllo individuate per la generalità dei dipendenti pubblici: “Riguardo ai dirigenti, siamo a un vero e proprio assurdo, ed è stupefacente che un governo autorizzi la stipula di un contratto in cui si riconoscono autonomia e flessibilità nella gestione del proprio orario di servizio, e poi ipotizzi addirittura il ricorso a sistemi di ‘verifica biometrica’ e di videosorveglianza per contrastare presunti rischi di ‘assenteismo’ ”.
“Il ministro Bussetti – conclude Gissi – in più occasioni ha espresso la sua volontà di sostenere e tutelare la dignità professionale del personale scolastico. Ha l’occasione per farlo, anche richiamando a più ponderata ragionevolezza i suoi colleghi di Governo”.
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