La questione del controllo del green pass sta infiammando il dibattito di queste ultime giornate di agosto.
Domani 24 il Ministro incontrerà i sindacati e forse i nodi potrebbero essere sciolti.
Nella giornata di oggi, intanto, i tecnici di viale Trastevere hanno incontrato quelli del Ministero della Salute per provare ad individuare una procedura che snellisca le modalità del controllo all’ingresso.
Ma, stando alle informazioni in nostro possesso, il Garante per la Privacy sta sollevando non pochi dubbi.
La questione è semplice e paradossale al tempo stesso.
Allo stato attuale le regole date dal Ministero sulle modalità di controllo dovrebbero essere queste: il personale entra a scuola ed esibisce il proprio green pass che viene letto con una apposita APP la quale fornisce un dato univoco assicurando cioè che il soggetto è in regola.
Il punto però è che, a quanto pare, la APP non fornirebbe alcun dato sulla data di scadenza del “pass” in quanto non consentirebbe di evidenziare con quale modalità il soggetto abbia conseguito il “via libera”.
Il soggetto cioè potrebbe essere stato vaccinato a giugno ed essere quindi in regola fino a marzo oppure potrebbe aver effettuato in tampone 24 ore prima ed essere quindi in regola solo per altre 24 ore.
Nell’incertezza, tutti i dipendenti dovranno essere controllati tutti i giorni con evidente dispendio di tempo e di persone addette ai controlli.
C’è chi sta pensando ad una soluzione semplice e apparentemente razionale: basterebbe evitare di controllare in continuazione almeno coloro che volontariamente siano disponibili ad esibire il documento completo della data di scadenza.
Ma su questo sembra che ci sia il diniego del Garante della privacy che sostiene che neppure la “liberatoria” del dipendente potrebbe autorizzare la scuola a trattare questo tipo di dato sensibile.
“Siamo sconcertati per la situazione e per l’assoluta mancanza di indicazioni precise da parte del Ministro” sottolinea il vicepresidente dell’ANP Lazio Mario Rusconi che aggiunge: “Non c’è nessuna certezza su come dare avvio alle attività il 1° settembre, ci sembra una grave mancanza di rispetto per le famiglie e per gli studenti. Fra un mese potrebbe essere necessario riprendere con la DaD, ma il Ministero non si sta neppure premurando di attivare un piano di formazione rivolto a tutto il personale e come al solito le scuole dovranno arrangiarsi per conto loro”.
L’intero castello rischia dunque di crollare di fronte al “totem” della privacy che però sembra superato nel caso in cui un qualunque cittadino voglia esibire il proprio green pass completo di dati per entrare in un ristorante o in un altro locale pubblico. Forse in tutto questo c’è qualcosa di paradossale.
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