Nel bel paese si zoppica, nonostante il “Libro Bianco” di Fioroni del 2007 e i decreti Brunetta e Gelmini del 2009 e 2010, mentre fu del marzo 2012, su input dell’Europa, il varo del governo Monti del sistema nazionale di valutazione (Dpr 8o del 2012), che faceva perno sull’Invalsi con il sostegno di Indire e di un pool di ispettori.
Ma agli effetti pratici tutto ristagna e quando si parla di valutazione sembra di toccare un nervo scoperto di cui la maggioranza degli operatori della scuola sentono i dolori.
Tuttavia, e appare importante sottolinearlo, gli stipendi dei prof crescono, quando crescono, solo per anzianità, mentre tra il docente più impegnato e aggiornato e quell’altro neghittoso e assenteista a fine mese e sulla busta paga non c’è differenza.
In Inghilterra, viene sottolineato sul Sole 24 Ore (che riporta i risultati del convegno della Luiss, organizzato dai presidenti dell’Associazione TreeLLLe e della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, Attilio Oliva e Anna Maria Poggi, alla presenza della ministra Carrozza, di Andreas Schleicher, responsabile dell’indagine Ocse-Pisa, e dell’ex presidente dell’Invalsi, Paolo Sestito), c’è una elevata autonomia delle scuole le quali assumono, valutano, licenziano i capi d’istituto e tutto il personale.
E come se non bastasse nel Regno unito c’è un forte obbligo di “render conto” delle proprie performance, mentre ogni professore riceve una valutazione scritta annua della propria attività basata su standard e obiettivi assegnati dal preside. Tutte queste varianti e obblighi stabiliscono una differenziazione delle retribuzioni.
E proprio nel corso del convegno è stato rivolto al ministero una sollecitazione a riprendere e potenziare le sperimentazioni avviate col Snv, implementato dal governo Monti, e fare passi avanti sulla valutazione.
Per suo conto, la ministra Carrozza, ha aperto alla iniziativa e alla sollecitazione, tanto che è nelle sue intenzioni “mettere in atto il Dpr sulla valutazione” varato con l’ex ministro all’istruzione, Francesco Profumo.
Ma non solo, ha pure specificato di assumere i 59 ispettori del dl Scuola e scegliere, attraverso “candidature aperte”, il nuovo presidente dell’Invalsi dopo le dimissioni del precedente Paolo Sestito.
La ministra ha pure assicurato che ci sarà un potenziamento del sistema di valutazione, con il coinvolgimento di tutti i soggetti e della società. Del resto, ha concluso “il primo obiettivo della scuola è formare alla cittadinanza e al lavoro”.
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