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Convenzioni Consip, fonte di sprechi

Il "caso Consip" esplode e questa volta il Governo dovrà necessariamente correre ai ripari: in un lungo documento (si tratta della delibera n. 26 del 4 luglio scorso) la Corte dei Conti mette in luce anomalie, storture, esiti indesiderati e addirittura sprechi e inefficienze di un meccanismo che – ideato per far conseguire risparmi alle Amministrazioni pubbliche – si è rivelato invece una vera e propria gabbia che ha procurato vantaggi indiscutibili alle aziende convenzionate e probabili svantaggi alle scuole che hanno dovuto aderire alle convenzioni.
Questi – in estrema sintesi – i fatti: già da alcuni anni il Ministero dell’Economia ha creato una vera e propria società per azioni (la Consip, per l’appunto) che ha il compito di stipulare apposite convenzioni con aziende fornitrici di beni e servizi tipicamente utilizzati dalle Pubbliche Amministrazioni con lo scopo di spuntare prezzi e condizioni particolarmente favorevoli.
Lo scopo è certamente nobile, ma la legge finanziaria per il 2003 ha introdotto anche l’obbligo, per le Amministrazioni pubbliche, di rivolgersi alla Consip anche se i beni e i servizi proposti potrebbero essere acquisiti da fornitori non convenzionati ad un prezzo inferiore.
In tutto questo le istituzioni scolastiche hanno lavorato dall’inizio dell’anno in un clima di incertezza in quanto il Miur non è mai intervenuto con chiarezza sulla materia e così la difformità nei comportamenti è stata la regola.
E a complicare la vicenda ci si sono messi anche i collegi dei revisori dei conti che hanno proceduto in ordine sparso senza riuscire a fornire alle scuole un indirizzo univoco.
Adesso c’è però la presa di posizione della Corte dei Conti che interviene in modo autorevole e documentato.
Il meccanismo – afferma la Magistratura contabile – è quanto meno anomalo, dal momento che, di fatto, ha favorito non la libera concorrenza ma la formazione di veri e propri oligopoli.
Non manca l’accusa di aver creato sprechi e inefficienze: molto spesso i prodotti offerti si sono rivelati sì economici, ma anche di scarsissima qualità.
E poi ci sono effetti del tutto paradossali: a causa dei ritardi con cui le forniture vengono effettuate, accade che i prodotti informatici oggetto di convenzione arrivano ormai "vecchi" e quando possono essere reperiti sul mercato ad un prezzo nettamente inferiore!
Alcune osservazioni contenute nel documento (una settantina di pagine in tutto) lasciano sgomenti, come quella secondo cui le convenzioni sembrano aver consentito alle aziende fornitrici di aver smaltito fondi di magazzino a spese dell’Amministrazione.
"A questo punto il Governo non ha più alibi: bisogna cambiare le regole": così commenta la vicenda l’Associazione Nazionale Presidi che da mesi aveva denunciato la storture del meccanismo.

Reginaldo Palermo

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