Proseguono senza sosta le iniziative del Coordinamento Sicilia TFA. Dopo diverse manifestazioni di protesta contro il DdL Scuola di prossima approvazione al Senato, dopo aver constatato l’imbarazzante silenzio generale di alcuni dei grandi rappresentanti dell’industria culturale di questo paese come la RAI, gli abilitati/abilitandi siciliani del TFA lanciano un appello al mondo accademico per sostenere la loro causa.
“Non riconoscere quanto da noi appreso in questi anni significa disconfermare quanto dalle Università italiane insegnato e certificato”, si legge nell’appello sottoscritto dal Coordinamento. “Pertanto chiediamo alla Comunità Accademica il sostegno pieno alle nostre legittime rivendicazioni. Invitiamo il Magnifico Rettore uscente, i due candidati al Rettorato palermitano e tutti i docenti dell’Università degli Studi di Palermo sottoscrivere questo appello che gireremo quanto prima al MIUR, alla CRUI e a tutti gli organi di stampa che vorranno prestarci ascolto. Invitiamo i colleghi TFA delle altre città d’Italia a fare lo stesso, per dare voce a un’istanza che vuole difendere tanto i nostri percorsi di abilitazione quanto il ruolo e l’autorevolezza del mondo universitario italiano”.
Chi desidera sottoscrivere l’appello del Coordinamento Sicilia TFA, di seguito proposto nella sua interezza, può inviare una mail a alessandra.mangano02@unipa.it.
L’appello del Coordinamento Sicilia TFA:
Noi corsisti e corsiste del TFA II ciclo (Tirocinio Formativo Attivo) abbiamo superato una selezione estremamente impegnativa, passando attraverso tre prove concorsuali: una pre – selettiva ministeriale uguale sul tutto il territorio nazionale, uno scritto e un esame orale organizzati e gestiti da docenti degli atenei italiani. Abbiamo svolto 190 ore di Tirocinio diretto presso le istituzioni scolastiche italiane, di cui 30 dedicate all’area dei Bisogni Educativi Speciali e, inoltre, 285 ore di Tirocinio indiretto sotto la tutela di docenti-formatori. Abbiamo seguito corsi, laboratori e seminari tenuti da docenti universitari ed esperti del mondo della scuola. Abbiamo già superato con successo numerosi esami curricolari e siamo in attesa di svolgerne altri, oltre ovviamente all’esame di abilitazione finale, quando saremo di fronte a una commissione composta (ancora una volta) prevalentemente da docenti universitari. Abbiamo versato nelle casse delle università italiane circa 2600 euro a testa, per immatricolarci ai suddetti percorsi abilitanti. Eppure… non ci sentiamo tutelati affatto da quelle istituzioni accademiche che ci hanno formato negli anni e che oggi dovrebbero rappresentarci e garantire il valore dei nostri (ormai) innumerevoli titoli formativi. Infatti, secondo la riforma della scuola attualmente in discussione al Senato, nonché secondo la quasi totalità degli emendamenti ad oggi presentati in Commissione Cultura, noi futuri docenti – più volte selezionati sulla base del fabbisogno scolastico territoriale – saremo destinati a un’inaccettabile condizione di limbo giuridico che ci esclude dal piano straordinario di assunzioni previsto dal DdL.
Consideriamo dannoso e ingiusto lo svilimento totale del titolo abilitante che stiamo per conseguire, non equiparato dal legislatore al medesimo titolo ottenuto con le vecchie SSIS (Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario). Del resto, non abbiamo potuto accedere alle SSIS per mere questioni anagrafiche, essendo state eliminate nel 2007 e sostituite solo nel 2012 con il TFA. In aggiunta, riteniamo un nostro diritto l’inserimento nella quarta fascia di quelle GAE (Graduatorie a esaurimento) in cui sono confluiti – D.M. n 249 del 10/09/2010, art.15, comma17 – quei colleghi SSIS che, dopo essersi immatricolati al proprio percorso abilitante e averlo “congelato” per completare un Dottorato di ricerca, alla fine sono stati dirottati sul TFA e hanno conseguito la nostra stessa abilitazione. A loro, senza dover sostenere un’ulteriore selezione concorsuale, è stata assai saggiamente garantita l’immissione in GAE.
Pensiamo, perciò, che il nostro inserimento nelle GAE, per un piano pluriennale di assunzioni, oltre che essere un’operazione priva di ulteriori oneri per lo Stato, costituisca il giusto riconoscimento e il naturale sbocco del nostro itinerario formativo, nonché una chiara valorizzazione dei servizi offerti ed erogati dalle istituzioni universitarie.
Non riconoscere quanto da noi appreso in questi anni significa anche disconfermare quanto dalle Università italiane insegnato e certificato. Pertanto chiediamo alla Comunità Accademica il sostegno pieno alle nostre legittime rivendicazioni. Invitiamo il Magnifico Rettore uscente, i due candidati al Rettorato palermitano e tutti i docenti dell’Università degli Studi di Palermo a sottoscrivere questo appello che gireremo quanto prima al MIUR, alla CRUI e a tutti gli organi di stampa che vorranno prestarci ascolto. Invitiamo i colleghi TFA delle altre città d’Italia a fare lo stesso, per dare voce a un’istanza che vuole difendere tanto i nostri percorsi di abilitazione quanto il ruolo e l’autorevolezza del mondo universitario italiano.
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