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Coordinatori, tutor e referenti, troppo lavoro. Una docente: “I colleghi fuggono dagli incarichi con ricaduta su chi resta”

Sono moltissime le figure che, per il buon funzionamento di ogni istituto scolastico, circondano il dirigente scolastico. Molti docenti che sono chiamati a ricoprire questi ruoli lamentano di svolgere un lavoro aggiuntivo davvero eccessivo non retribuito in maniera adeguata.

La questione, abbastanza calda in un periodo in cui i docenti attendono che venga finalmente firmato il contratto scuola 2019/2021, è stata affrontata dal quotidiano La Repubblica. Mentre gli insegnanti sperano in aumenti in busta paga, che probabilmente saranno alquanto contenuti, le mansioni e gli adempimenti scolastici sembrano aumentare sempre più.

Il quotidiano parla di un vero e proprio “superlavoro” al quale sono sottoposti i docenti che svolgono questi incarichi aggiuntivi. C’è da sottolineare che quasi 9 insegnanti su 10 si sentono vittime del lavoro “tossico”, che va perennemente oltre gli orari di servizio e le proprie responsabilità previste dal contratto. La percentuale deriva da un sondaggio della Tecnica della Scuola di qualche settimana fa, al quale hanno risposto 1.028 i lettori, dei quali il 92,7% insegnanti.

Collaboratori di classe oberati di lavoro durante il lockdown

Una figura chiave è certamente quella del coordinatore di classe o, nelle scuole medie e superiori, dei dipartimenti delle diverse discipline. Patrizia Borrelli che insegna all’istituto comprensivo Domenico Purificato di Roma, ha dichiarato: “Nella mia scuola, per il coordinamento di classe è previsto un compenso di 10 ore per la primaria e 15 ore per la secondaria di primo grado. Si tratta di un lavoraccio che nel periodo del lockdown si è trasformato in un lavoro enorme: tracciamento degli alunni, i monitoraggi, verbali, rapporto con i genitori”.

Quanto viene ricompensato questo carico di lavoro? Si parla di 10 o 15 euro in più al mese. “Da un paio d’anni – aggiunge – per esigenze varie, c’è una scarsa propensione ad assumere incarichi per non togliere tempo all’insegnamento. Mentre altri si caricano in maniera eccessiva”.

Funzioni strumentali, tutor e tuttofare

Impossibile non menzionare le Funzioni strumentali, che hanno il compito di realizzare le indicazioni del Piano triennale dell’offerta formativa. Monica Grilli, docente all’istituto comprensivo Sibilla Aleramo, nella periferia nord di Torino, si è sfogata: “Sono Funzione strumentale per la continuità e la formazione delle classi. Ogni anno svolgo colloqui con tutti i genitori delle future prime. Lo scorso anno ho quantificato il mio impegno in termini di ore: per un totale di 200 ore ho ricevuto circa 500 euro lordi. Qualcosa come un euro e mezzo netti per ogni ora di lavoro extra”. 

Per non parlare dei referenti e dei tutor per le più svariate attività o problematiche: pcto, progetti internazionali, Covid. “Molteplici attività non vengono remunerate – ammette Luigi Di Maio, docente di Economia aziendale all’istituto superiore Pantaleo di Torre del Greco – tra questi il tutor Pcto. Per diversi anni ho fatto parte della commissione elettorale, ma non credo ci sia un compenso. E spesso svolgiamo lavoro che spetta alle segreteria: le schede da mandare alle famiglie relative alle carenze da recuperare le stampiamo noi per esempio”. 

“Quest’anno – racconta Monia Gorgioli, docente presso l’istituto comprensivo Torgiano-Bettona, di Perugia – ricopro i seguenti ruoli: Funzione strumentale per l’Intercultura e la Formazione, componente della commissione Ptof, componente del Niv (Nucleo interno di valutazione), componente della commissione Didattica, coordinatore di plesso, tutor docenti neo immessi in ruolo, tutor tirocinanti di Scienze della formazione primaria. Ovviamente sono sottopagata e stressatissima. Con ritmi insostenibili”.

“Si registra inoltre – continua la docente – la fuga dei colleghi da qualsiasi incarico con ricaduta su chi resta. Le segreterie scolastiche hanno avuto sulle spalle molte funzioni che un tempo erano in capo agli Uffici periferici del ministero (pensionamenti e ricostruzioni di carriera), in capo all’Inps e addirittura all’Asl. Questo comporta una delega di molte funzioni ai docenti: organizzazione, uscite di vario tipo, calcoli importi attività di vario tipo, sostituzione docenti assenti, addirittura supporto nel calcolo delle ripartizioni spettanti col fondo d’istituto. E ancora: progetti di tutti i tipi, reti di scuole, Erasmus. Tutto gratis o con pagamenti forfettari che non coprono nemmeno un decimo del lavoro svolto”.

Il corso

Su questi argomenti il corso La funzione delle figure di coordinamentoa cura di Anna Maria Di Falco, in programma dal 9 novembre.

Redazione

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