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Corea, la legge vieta i regali ai prof

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Il regalo alla maestra è da sempre, intorno alla fine di maggio, un appuntamento fisso per tutte le famiglie italiane, in particolar modo nelle scuole private ma anche in molte scuole pubbliche. Lo sappiamo bene tutti e tutti abbiamo obbedito a questa tradizione. Ai tempi dei vecchi esami di maturità, il “pensierino” al membro interno – che in certi contesti socio-culturali poteva anche diventare un regalo molto consistente tendente a propiziarsi i favori del docente nominato – era anch’esso una tradizione fortemente radicata. Cambiano le latitudini, cambiano le culture, certe pratiche restano: ad esempio, accade da sempre la stessa cosa anche in Corea dove l’uso ha un nome ben preciso, “chonji”, che letteralmente significa “piccolo segno di gratitudine” e che consiste in un regalo di entità variabile, spesso anche in denaro, che ogni 15 maggio i genitori fanno ai docenti, dalle elementari al liceo. Da tempo, però, il Ministero dell’Educazione, dello Sviluppo e delle Risorse Umane, sostenuto da parecchie associazioni di genitori, tenta di mettere fine a quello che è considerato un malcostume che non concorre a dare dignità alla funzione docente. Dopo anni di lotte e di dibattiti in Parlamento, è arrivata in questi giorni la legge che vieta ogni forma di regalia ai docenti. Le sanzioni sono molto dure: si va dalla censura per chi accetta doni di entità inferiore ai 105 dollari, al dimezzamento dello stipendio per chi accetta regali di valore superiore, fino al licenziamento per i casi più gravi.