Il ministero dell’istruzione starebbe pensando a un piano straordinario per gli esami di Stato, qualora l’emergenza dovesse andare avanti, utilizzando le esperienze dei territori colpiti da sisma dove le attività didattiche furono sospese per mesi interi e dove gli studenti sostennero gli esami con solo prove orali.
Dunque anche nel caso del Coronavirus si potrebbe adottare una misura simile o comunque straordinaria. Il problema è che, qualora l’allerta dovesse andare avanti con ulteriori giorni di chiusura delle lezioni, l’anno scolastico sarebbe compromesso sotto l’aspetto della preparazione degli studenti.
«Mi impegno – ha assicurato al ministra all’istruzione Lucia Azzolina – a far sì che il servizio pubblico essenziale, seppur a distanza, venga fornito a tutti i nostri studenti».
Sul sito del Miur sono disponibili webinar di formazione per la didattica a distanza, realizzati in collaborazione con l’Indire.
E tra le buone pratiche c’è anche quella di collaborare con gli ospedali: «Utilizziamo Skype – dice una docente di una scuola romana in collaborazione con il reparto di oncologia – ma possiamo sfruttare anche la app Zoom, con un costo di 14 euro possiamo connettere fino a 100 ragazzi contemporaneamente».
«Ora è più che mai necessario – spiega il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – che il ministero dell’istruzione sostenga il lavoro delle scuole per potenziare al massimo le iniziative di didattica a distanza, al fine di contenere il disagio prodotto dalla perdita delle lezioni, tenendo conto anche delle possibili difficoltà di accesso a tali metodologie da parte di alunni residenti in aree a bassa connettività, che non dispongano di tecnologia o con difficoltà di altro genere».
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