C’è apprensione anche in Italia per il possibile espandersi del nuovo Coronavirus, che secondo le stime ufficiali avrebbe causato in Cina 250 vittime e 12 mila contagi nel mondo (anche se altre fonti forniscono numeri molto più alti).
Finora, in Italia i casi accertati sono due: si tratta di una coppia anziana di turisti cinesi, giunti in Italia alcuni giorni fa: dopo essere sbarcati a Milano, una settimana fa, si sono recati in altre città ed ora si trovano a Roma, dove sono ricoverati all’ospedale Spallanzani in discrete condizioni. Nello stesso nosocomio vi sono anche altre persone in osservazione. Ma sempre nella capitale vi sarebbero pure degli alunni cinesi rientrati negli ultimi giorni, senza però essere sottoposti ad alcun controllo. A denunciarlo è l’onorevole Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati.
Il rappresentante di Fratelli d’Italia sostiene che “in alcune scuole di città con maggiore presenza cinese, bambini da poco rientrati dalla Cina sono andati a scuola senza alcuna profilassi. Per non ingenerare panico, sarebbe il caso che i sindaci emettessero subito le ordinanze secondo le direttive ministeriali”.
“Non intendiamo strumentalizzare né tantomeno creare allarme sociale sulla questione del coronavirus, ma – puntualizza Rampelli – offriremo al contrario la nostra collaborazione responsabile per la tutela della salute dei cittadini italiani”.
Il problema esiste. Anche Mario Rusconi, presidente Anp, l’Associazione Nazionale Presidi, del Lazio ha detto che diversi dirigenti chiedono delucidazioni: “le scuole hanno bisogno di indicazioni su come comportarsi nei confronti degli studenti che sono stati in Cina e stanno rientrando in questi giorni in Italia“, ha detto il sindacalista Anp.
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