Insegno inglese in un istituto professionale di Rho (Milano), lavoro con i cosiddetti ragazzi ‘difficili’, quelli cresciuti in mezzo a una strada, quelli che a vent’anni hanno visto e vissuto cose che persone della loro età forse non dovrebbero nemmeno sentire raccontare.
Non credono più in niente, meno che mai in se stessi, e solo le canzoni a volte riescono a riempire un po’ il loro vuoto.
Sono gli studenti che nessuno vuole, quelli che non esistono per chi parla di scuola, quelli che reagiscono con rabbia ad ogni imposizione, ma che sanno dare tanto a chi impara a conoscerli.
Ora più che mai sono allo sbando, chiusi in case da cui hanno sempre cercato di fuggire, separati da amici che considerano la loro famiglia, lontani anche dalla scuola che, per quanto criticata, resta per loro uno dei pochi punti di riferimento.
Sono loro che mi hanno insegnato a conoscere e ad apprezzare la musica e il disegno, sono le storie dei rapper di oggi che gli permettono di sognare ancora.
E in questo momento in cui tutto si sgretola, i sogni restano l’unico modo per affrontare la realtà e immaginare il futuro che il virus ci sta rubando.
Questa è l’idea dietro la pagina instagram @beatandfeat che nasce solo per loro.
Vorremmo dare voce ai giovani, fargli scrivere la storia che stiamo vivendo, tenerli insieme anche a distanza.
Hanno bisogno di raccontare le loro paure e le loro emozioni, esprimendosi con la modalità che più preferiscono.
Posteremo un beat e chiederemo di registrarci sopra un pezzo o anche solo di pubblicare una frase o un disegno.
Noi poi mixeremo i contributi più belli in un grande video, una specie di feat a distanza.
La risonanza nelle comunità social servirà a rendere più credibile questo sogno.