Lala Hu, ricercatrice di Marketing presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, questo ha scritto sul suo profilo: “Sul #Frecciarossa dopo aver tenuto una lezione ad Ancona, mi faccio strada nella carrozza per scendere. Alla mia vista, 2 passeggere ridacchiano e fanno commenti. Dico loro che sono ignoranti e dovrebbero vergognarsi. Si meravigliano che io possa capire e ribattere”.
La prof -racconta Il Messaggero- trova il supporto dei residenti digitali, like e retweet per un argomento che la docente che si divide tra Milano, Venezia e Shanghai amplia così: «Non sono preoccupata per me o altri che hanno sviluppato anticorpi a #razzismo, ma per chi non ha strumenti per difendersi. In Altopolesine 2 fratellini non possono andare a scuola nonostante siano risultati sani perché i genitori compagni ‘non vogliono bambini cinesi’».
La professoressa di marketing ricorda altri casi apparsi nelle pagine di cronaca italiana: «Il giocatore 13enne di calcio a cui viene augurato di prendere il virus, la studentessa sul treno che riceve sputi e così via. Il dramma del #coronavirus preoccupa le persone di origine cinese come italiani e tutti, ma ciò non giustifica intolleranza e violenza di ogni sorta».
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