“Anche in questo caso, in cui ci sono vittime e persone malate alle quali va la nostra vicinanza e il nostro affetto, l’attuale Governo fa emergere le solite problematiche del mondo della scuola che rispecchiano purtroppo un modus vivendi generalizzato che non favorisce certo il superamento dell’emergenza.
Essendo veramente preoccupati per i dipendenti scolastici e per gli utenti, chiediamo con forza che prima di far entrare tutto il personale nelle scuole si proceda ad una vera sanificazione e disinfezione, che non è di competenza delle scuole, e quindi dei collaboratori scolastici, bensì degli enti locali, tenendole chiuse per il tempo strettamente necessario”.
A chiederlo è Giuseppe Mancuso, Presidente nazionale di Feder.ATA, denunciando la disparità di trattamento cui è soggetto il personale ATA. “Ricordiamo che la scuola, essendo un comparto pubblico diverso dalle altre amministrazioni statali perché ha un enorme bacino di utenza in larga parte formata da minori con i quali è a contatto anche il personale amministrativo tecnico ausiliario come lo sono i docenti, non può pertanto, in questa situazione di cause di forza maggiore, essere chiusa per i ragazzi e aperta per il personale ATA se non viene effettuata prima una sanificazione e disinfestazione da parte degli enti locali, a meno che Voi Governo non vogliate farla fare in presenza del personale”.
Lo stesso Mancuso denuncia inoltre che, benché il DPCM 1° marzo preveda che “nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, […] sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani”, le scuole non hanno ricevuto nulla.
Il personale ATA, sottolinea Feder.ATA, non è immune dal contagio: “il diritto alla salute deve essere garantito per tutti, alunni, dirigenti, docenti e ATA e non solo per una parte. La tutela della salute come bene supremo fondamentale va garantito e in modo uniforme ed omogeneo su tutto il territorio nazionale visto che ormai sono 13 le regioni coinvolte”.
“Se non ci sarà una presa d’atto delle Istituzioni –conclude Mancuso – saremo pronti a proclamare immediatamente lo stato di agitazione per tutto il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario”.