Nei giorni di massima epidemia del Coronavirus, i genitori sono preoccupati per la vista dei figli, costretti a studiare da casa esclusivamente tramite computer; ma anche per il tanto tempo a disposizione che tra le mura domestiche viene passato dai giovani su smartphone e tablet.
Il fenomeno delle troppe ore trascorse davanti a uno schermo, anche più di dieci ore al giorno, e la mancanza totale di attività all’aperto, riguarda ormai tutto il mondo. In Cina, riporta l’edizione odierna del quotidiano China Youth Daily, il 92,8% dei genitori si dice preoccupato.
Lo studio cinese ha riguardato 2.425 genitori di alunni della scuola primaria e secondaria.
Alcuni intervistati, scrive l’Ansa, hanno affermato che i loro figli guardano la televisione o giocano con il cellulare dopo aver completato i corsi on line.
Il sondaggio ha mostrato che il 95,1% degli intervistati consiglia ai propri figli di prendersi cura dei loro occhi, chiedendo loro anche di riposare dopo aver studiato per un po’ di tempo e limitando l’uso dei prodotti elettronici.
Alcuni genitori hanno affermato che gli insegnanti, sulle chat di gruppo, ricordano ai loro figli di prendersi cura della salute degli occhi.
Per quanto riguarda una migliore protezione della vista dei bambini, il 75,7% degli adulti ha consigliato di spostare parte delle classi o dei compiti off line per ridurre il tempo di fronte a uno schermo, il 69,9% sperava che gli insegnanti aiutassero gli studenti a fare esercizi fisici e il 44,8% ha suggerito di aggiungere alle piattaforme dei corsi on line dei pop-up promemoria sulla protezione della vista.
In Italia, per tutelare la vista dei lavoratori, sia il D.lgs. n. 626/1994 e poi il D.lgs. n. 81/2008, prevedono una pausa di quindici minuti ogni centoventi minuti di prestazione professionale degli addetti ai videoterminali.
Una sentenza della Cassazione – la n. 2679 dell’11 febbraio 2015 – ha però stabilito che il quarto d’ora di stop obbligato deve essere previsto solo se l’attività al videoterminale medesimo è di carattere continuativo.
Considerando che per le norme vigenti sulla sicurezza, gli studenti delle superiori vanno considerati come se fossero dei lavoratori, la pausa diventa necessaria anche per loro.
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