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Coronavirus, i rischi per chi non segue le regole governative [VIDEO]

Quasi 50 mila denunce nell’ultima settimana per violazione delle disposizioni restrittive contenute dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 e 9 marzo, questo è il dato diffuso dal Viminale.

Come se non bastasse una delle più gravi emergenze sanitarie mai affrontate dal nostro Paese, ci si mettono pure gli scellerati che, noncuranti del pericolo per sé e per gli altri, in barba alle disposizioni emergenziali emanate dal Governo, anziché stare chiusi a casa come dovrebbero, se ne vanno in giro per i più disparati motivi.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nell’ultima settimana le forze dell’ordine impegnate sul territorio in attività di controllo si sono viste costrette a denunciare ben 43.595 persone per aver violato il divieto di spostamento, con 926 denunce per false attestazioni.

In un solo giorno, a fronte di 187.455 controlli, sono state quasi 8.300 le persone a cui è stato contestato uno spostamento senza giustificazione; ben 8.089 i denunciati per inosservanza alle disposizioni, e 204 per false attestazioni.

Come avevamo già scritto, le misure di emergenza finalizzate al contenimento dell’epidemia, introdotte con il decreto legge n.6/2020 e specificate con i DPCM 8 marzo 2020 e 9 marzo 2020, prevedono, tra l’altro, la possibilità di circolazione solo per comprovate esigenze lavorative, per motivi di salute, per situazioni di necessità (come fare la spesa o recarsi in farmacia), per il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza; tutte condizioni da autocertificare, ove richiesto dalla pubblica autorità, per giustificare gli spostamenti.

La violazione delle disposizioni emanate dal Governo può configurare, in base alla gravità del fatto specifico, uno o più reati, con sanzioni penali che vanno da un’ammenda fino a 206 euro fino addirittura a 12 anni di reclusione.

Difatti, se il semplice allontanamento dal proprio domicilio integra il reato di cui all’art.650 cp (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità), rendere dichiarazioni mendaci nell’autocertificazione da compilare obbligatoriamente espone ad ulteriori conseguenze penali (reato di falso ideologico, punito con la reclusione fino a due anni).

In caso di controlli da parte dell’Autorità occorre sempre dire la verità e, in ogni caso, mantenere la calma e non reagire, pena la denuncia per resistenza, violenza o minaccia a pubblico ufficiale (punibili con la reclusione da sei mesi a cinque anni), o per dichiarazione di false generalità (punibile con la reclusione da uno a cinque anni).

Altrettanto gravi sarebbero i reati commessi da chi, risultato positivo al virus COVID-19 e ristretto in quarantena, o peggio ricoverato, viene trovato in giro, in quanto per queste ipotesi scatterebbe la denuncia per reato contro la salute pubblica.

In questo caso le sanzioni sarebbero ben più severe in quanto, in caso di diffusione del contagio ad altre persone, potrebbero configurarsi i reati di epidemia, omicidio o lesioni personali.

A fronte dell’elevatissimo numero di cittadini denunciati per violazione dei decreti governativi, anche la Magistratura si sta preparando.

Proprio mercoledì infatti, con un comunicato stampa, il Procuratore della Repubblica di Catania ha annunciato che la Procura eserciterà “rapidamente l’azione penale, nei casi meno gravi, mediante richiesta di decreto penale di condanna al pagamento dell’ammenda prevista dalla legge, mentre nei casi più gravi e di concorso con delitti, come quello di falsa autocertificazione o di delitto colposo contro la salute pubblica, si procederà con la tempestiva richiesta di più gravi provvedimenti”.

Dino Caudullo

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