Incontro in mattinata tra il Miur e i sindacati. La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, la Vice Ministra Anna Ascani e il Sottosegretario Giuseppe De Cristofaro hanno incontrato al Ministero i sindacati scuola per fare il punto sulla gestione del coronavirus con riferimento specifico al mondo dell’istruzione.
“Un confronto importante”, sottolineano Azzolina, Ascani e De Cristofaro “per una gestione condivisa di una situazione eccezionale, in cui si stanno prendendo a poco a poco decisioni che impattano sulla vita scolastica”.
Nel sottolineare la gravità della situazione, che richiede senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, la FLC CGIL ha ricordato che proprio a questa prioritaria esigenza fa riferimento la decisione di annullare lo sciopero proclamato per il 6 marzo. Ciò tuttavia non implica in alcun modo il venir meno di quelle ragioni che riguardano un aspetto cruciale della vita della scuola, come la stabilizzazione del personale docente e ATA, precondizione per l’esercizio di una didattica e di un’offerta formativa di qualità.
Per quanto riguarda il merito delle misure illustrate dalla Ministra abbiamo rilevato quanto segue.
Occorre ricondurre ad unità le azioni di gestione della situazione a livello nazionale, evitando di procedere in ordine sparso territorio per territorio, sempre con riguardo alla necessaria differenziazione dei provvedimenti a seconda delle zone, se direttamente o indirettamente interessate dalle misure di contenimento. Gli interventi sporadici e improvvisati delle autorità locali, talvolta intervenuti anche su aspetti che riguardano direttamente le scuole, non aiutano a gestire il fenomeno all’altezza del compito: solo lo Stato può assicurare una gestione che garantisca uniformità e rispetto dei diritti fondamentali che riguardano la salute e l’istruzione.
In questo senso è necessario che il dialogo avviato a livello nazionale con il sindacato sull’emergenza sanitaria contingente possa esercitarsi anche a livello territoriale, a seconda delle necessità delle situazioni locali, nel pieno rispetto delle prerogative sindacali sancite dal CCNL che la situazione di emergenza non ha certo sospeso.
É necessario valutare la possibilità di rinviare i concorsi del personale docente, in quanto una parte significativa del territorio non sarebbe in grado, in questa contingenza, di ottemperare alle complesse operazioni che essi richiedono, mentre non vanno bloccati gli adempimenti connessi al processo di internalizzazione dei lavoratori ex LSU e Appalti storici.
In ordine alla questione della sospensione dei viaggi di istruzione abbiamo evidenziato come il DPCM non sia esaustivo delle molteplici problematiche connesse al loro svolgimento e abbiamo richiesto un intervento più preciso e deciso da parte del MI che consenta a scuole e dirigenti scolastici di affrontare tutti i casi di annullamento di viaggi i cui contratti con le agenzie erano già stati stipulati e i corrispettivi saldati. Scuole e famiglie non vanno lasciate da sole ad affrontare eventuali contenziosi che potrebbero aprirsi con le agenzie.
Abbiamo segnalato l’estrema difficoltà di attivazione immediata del lavoro agile prevista nel DPCM in un comparto come quello scolastico che non ne ha mai sperimentato lo svolgimento e la necessità di definirne centralmente linee guida nazionali insieme alle parti sociali, evitando comportamenti difformi sul territorio nazionale e prevedendo l’avvio immediato del confronto sulla gestione dei servizi minimi scolastici nelle regioni in cui le scuole sono state chiuse con provvedimento delle autorità locali.
Relativamente alla possibilità di attivare la didattica a distanza in caso di chiusura temporanea delle scuole, abbiamo sottolineato che occorre fornire indicazioni di livello nazionale che tengano conto delle tecnologie necessarie e della difficoltà a convocare gli organi collegiali interessati (collegio dei docenti e consigli di classe) con le scuole chiuse. Anche in questo caso è necessario il coinvolgimento del sindacato, trattandosi di una tematica attinente alla prestazione e all’organizzazione del lavoro del personale docente.
Nelle regioni in cui non è intervenuta la chiusura delle scuole ci sono molte criticità sulle quali è necessario che il ministero fornisca chiarimenti, a partire dallo svolgimento di tutte le attività che prevedono concentrazione di persone (come le assemblee di istituto, specie se svolte in locali esterni alle scuole, o l’utilizzo dei locali della scuola da parte di soggetti esterni), alla gestione di personale e alunni che rientrano da zone a rischio, allo svolgimento di seminari e convegni organizzati dalle scuole.
Da ultimo abbiamo chiesto alla ministra di riannodare i fili delle relazioni sindacali che si sono spezzati su tutti quei temi che la scelta di revocare lo sciopero non ha fatto venir meno: concorso docenti, PAS, concorso riservato facenti funzione DSGA
Abbiamo infine elencato le più urgenti scadenze amministrative per le quali si rende necessario disporre una proroga (dalla predisposizione dei Certificati Unici e del Conto Consuntivo, alle domande di part time, all’inserimento degli organici al SIDI, ecc.). Altre problematiche di cui tener conto sono lo svolgimento in un’unica data nazionale delle prove per l’ammissione alle specializzazioni universitarie per il sostegno; lo svolgimento delle prove orali del concorso per DSGA; le procedure per l’internalizzazione dei lavoratori ex appalti di servizi con particolare attenzione alla presa di servizio dopo la stipula del contratto. Ci siamo riservati al riguardo un dettagliato elenco.
In conclusione dell’incontro la Ministra ha chiesto la massima collaborazione al sindacato per garantire l’esercizio del diritto essenziale all’istruzione e si è resa disponibile ad un’attenta valutazione delle problematiche segnalate dalle organizzazioni sindacali.
“Servono, con la massima urgenza, linee guida che orientino le scuole, anche con note esplicative, nell’applicare le disposizioni contenute nei decreti e nelle ordinanze sull’emergenza coronavirus, trattando correttamente tutte le implicazioni che le stesse comportano, a partire da quelle riguardanti la gestione del personale. Obblighi di presenza, gestione delle assenze e del rientro dalle stesse, ma anche lavoro agile, didattica a distanza, gestione dei momenti aggregativi, coinvolgimento degli organi collegiali, adempimenti amministrativi in scadenza: per ognuno di questi temi non sono pochi i nodi da sciogliere e non è pensabile che ogni scuola sia lasciata sola a improvvisare soluzioni per questioni anche piuttosto complesse”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola, parlando della riunione appena conclusa al Ministero dell’istruzione.
“Abbiamo apprezzato la presenza a ranghi completi, insieme alla ministra Azzolina, alla viceministro Ascani e al sottosegretario De Cristofaro, di tutto lo staff ministeriale – prosegue la segretaria generale – a significare quanto sia importante in questo momento governare con la massima efficacia la situazione di emergenza in cui la scuola si trova ad operare. Occorre agire con tempestività e con chiarezza di indicazioni: va favorito quanto più possibile l’interscambio di comunicazioni a tutti i livelli del sistema, noi ci siamo impegnati a fornire all’Amministrazione ogni utile contributo di approfondimento sulle questioni che le scuole saranno chiamate ad affrontare in questi giorni. Sono convinta che su molti aspetti un buon livello di condivisione possa servire a prevenire disagi e contenzioso, oltre ad assicurare correttezza e uniformità di comportamenti”.
Non erano all’ordine del giorno, ma sono comunque emersi nella discussione anche i temi oggetto della mobilitazione indetta dai sindacati. La decisione di non dare attuazione alla giornata di sciopero del 6 marzo, assunta in considerazione dello stato di emergenza che il Paese sta affrontando, non ne ha certo rimosso le ragioni, che restano infatti pienamente confermate e sulle quali non viene meno l’impegno della CISL Scuola. “Abbiamo colto a margine dell’incontro – afferma la Gissi – qualche segnale di una certa disponibilità dell’Amministrazione a riflettere su alcune delle proposte da noi fatte in merito alle modalità di svolgimento delle prove concorsuali, così come all’avvio del confronto su un sistema di percorsi abilitanti con carattere strutturale, una delle richieste su cui la CISL Scuola sta insistendo in modo particolare. Vedremo se questi segnali troveranno conferma, per noi è indispensabile se si vuole recuperare la giusta coerenza negli atti di governo rispetto alle intese per le quali abbiamo speso mesi e mesi di lavoro: ignorarlo e vanificarlo sarebbe grave responsabilità”.
Una “quarantena polemica”, che unisca piuttosto che dividere – così Pino Turi nel corso della riunione di oggi al Miur per fare il punto su l’emergenza Coronavirus.
Dobbiamo superare il clima del si -salvi-chi-può – ha detto Turi – e tracciare una linea di intervento chiara, un coordinamento capace di mettere insieme le mille competenze e prerogative di Stato, Regioni e Comuni.
Il sistema scolastico nazionale coinvolge milioni di persone e svolge una funzione che incide sulle libertà personali e sulla stessa democrazia. Serve una comunicazione snella e chiara che recuperi le tante ambiguità. Nella riunione di oggi il ministero si è fatto garante di questo attraverso FAQ ministeriali.
Abbiamo espresso una riserva di metodo e di merito, in relazione all’uso della didattica alternativa: metodologia sperimentata in più scuole ma non ancora messa a punto in modo uguale in tutto il territorio nazionale.
In una situazione di incertezza e confusione, piuttosto che offrire benefici e accorciare i tempi, si potrebbero creare inutili tensioni e conflitti all’interno della comunità educante, disparità di trattamento e messaggi che farebbero pensare a periodi ben più lunghi rispetto a quelli ipotizzati nel provvedimento governativo, insomma una comunicazione sbagliata.
La tecnologia è uno strumento e non può sostituire il pensiero – ha sottolineato il segretario generale della Uil Scuola – il ruolo del personale della scuola è ineludibile e si deve sentire coinvolto per avere effetti positivi. Bisogna valutare con estrema attenzione.
Aggiungere conflittualità ed incertezze ad una situazione di panico disegna una situazione di cui si deve fare a meno. Una miscela carica di tensioni, anche sindacali, visto lo sciopero che si sarebbe dovuto fare il giorno 6 marzo, consiglia prudenza.
A questo proposito sono ancora timide le riflessioni che si stanno facendo e che meritano più coraggio. Oltre 70.000 precari vivono una situazione di incertezza rispetto al loro futuro lavorativo e che, anche in questa fase di emergenza, sarebbe saggio considerare per ripristinare un clima di serenità che manca.
Le situazioni di emergenza devono mettere le persone insieme e non dividerle. Il presidente del Consiglio in questi giorni ha fatto un appello all’unità in parlamento. Ci vuole anche unità tra cittadini, lavoratori e politica. Ridare fiducia alle Istituzioni.
E’ alla politica che si rivolgono per avere risposte collettive, veder rispettate prerogative e diritti. Sono quegli stessi diritti, che la costituzione tutela, che andremo a ribadire quando questa situazione di emergenza grave sarà superata e che faremo presenti dopo la “quarantena polemica” che ci siamo imposti.
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