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Coronavirus, Conte: “Se riaprissimo insieme attività produttive e scuole avremmo aumento del contagio” [VIDEO]

Il premier Giuseppe Conte parla alla Camera dei Deputati per una informativa urgente sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche: “La riapertura simultanea di attività economiche, scuole e socialità dal 4 maggio porterebbe a un incremento dei contagi incontrollato: lo dice il Comitato tecnico scientifico. Rischieremmo entro la fine dell’anno una nuova saturazione delle terapie intensive del Paese se tasso di contagio R0 tornasse superiore a 1”.

LA DIRETTA

Stiamo affrontando un’emergenza che non ha precedenza nella storia repubblica, siamo costretti a riconsiderare modelli di vita, a rimeditare i nostri valori, a ripensare il nostro modello di sviluppo. Sono giorni in cui è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la forza e la vitalità del nostro sistema democratico. Il governo ha sempre inteso la gravità della situazione, non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata e tanto meno solitaria. Abbiamo considerato tutti i valori coinvolti, gli interessi, in un accurato bilanciamento costituzionale. Abbiamo avuto una interlocuzione ampia e condivisa. Alla luce delle raccomandazioni del Cts la data del 4 maggio segna l’inizio della fase due. E’ un primo passo fondamentale necessario a tanti cittadini lavoratori imprenditori per la riconquista di una vita quanto più normale, serena. Questa nuova fase sarà una fase di convivenza con il virus. Non di liberazione dal virus. Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti. Una riapertura incauta porterebbe a una recrudescenza del contagio. E’ evidente che se si riaprissero la scuola, tutti i luoghi di lavoro, se si autorizzassero senza restrizioni le relazioni sociali, tutto ciò darebbe impulso alla crescita dei contagi ed è per questo che il governo ha operato una scelta, decidendo di partire dal lavoro, adottando tutte le misure di sicurezza. “Lo voglio dire chiaro: a rischio di apparire impopolare il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente. Ci piacerebbe, ma dobbiamo avere consapevolezza che il virus continua a circolare nella nostra comunità. Abbiamo 105mila casi di contagiati accertati, senza contare i molti di più casi non accertati. Questo è un piano che persegue l’interesse generale, anche con misure impopolari. Non è un programma elettorale destinato a raccogliere il consenso. Un allentamento restrittivo su base territoriale sarà possibile, se ci saranno precisi presupposti scientifici per tenere sotto controllo la curva epidemiologica. Non accettiamo atti in autonomia contro il Dpcm, che per legge sono da considerare non legittimi. La graduale riapertura richiede un attento monitoraggio in base a 3 fattori: controllo giornaliero andamento epidemia, verifica saturazione posti in terapia intensiva e disponibilità di strumenti per proteggerci dal virus. Il governo ha adottato un decreto legge che contiene una norma sul tracciamento per il monitoraggio del virus basandosi sulle raccomandazioni sulla privacy a livello europeo. L’app sarà installata su base volontaria e garantirà la sicurezza e l’anonimato. Non geolocalizzerà gli utenti. Al termine delle due settimane avremo un quadro più chiaro e potremo procedere ad un ulteriore allentamento delle misure contenitive. Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure. Il primo decreto legge” sulle misure economiche “riprenderà tutti i provvedimenti del Cura Italia, li prolungherà e rafforzerà. Ci saranno 25 miliardi per le misure di sostegno al lavoro e sostegno al reddito come cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti”.

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