Vorremmo tanto “poter uscire un’oretta, per prendere un po’ d’aria”: lo scrive al premier Giuseppe Conte, una bambina di Genova di soli 8 anni per chiedergli di consentire ai bambini di uscire da casa – anche per pochi minuti – dopo che da oltre un mese, con la chiusura delle scuole, gli è impedito di farlo per via dell’emergenza Coronavirus.
Per alcuni bambini, la sofferenza per l’obbligo di rimanere nella propria dimora è in effetti alta.
“Questo è un periodo molto difficile per tutti – scrive la bambina – ma i bambini sono quelli che soffrono di più. La mamma mi ha spiegato perché dobbiamo stare a casa ma non tutti rispettano le regole. I grandi possono uscire per andare a lavorare, per chi il lavoro ancora ce l’ha, o per fare la spesa. Chi ha un cane deve uscire per portarlo fuori, ma io non ce l’ho”.
“Comunque – continua – i bambini non possono uscire da soli che abbiano un cane o no. Non lavorano e non vanno a fare la spesa. A nome di tutti i bambini vorrei che il governo ci desse la possibilità di uscire un’ora. Lo so che non è semplice, ma ti chiedo di pensarci e spero che mi risponderai anche se ciò che chiedo non sarà possibile”.
La richiesta della bambina è stata condivisa dalla mamma sui social media. E presto è diventata virale.
Della possibilità di uscire un po’ da casa, ha parlato anche la ministra per la Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.
Rispondendo ad una domanda sull’ora d’aria dei bambini, nel corso di un’intervista a RaiNews24, la ministra ha detto che “il rispetto delle regole per garantire la salute di tutti è prioritario. ma noi stiamo chiedendo ai bambini e ai giovani un sacrificio enorme: non possono giocare con i loro coetanei, non possono fare attività sportiva, non possono andare a scuola”.
“C’è però una salute integrale della persona, anche psicomotoria, per queste generazioni. E siccome non sarà domani che potranno tornare a giocare in modo normale – ha continuato Bonetti -, dobbiamo permettere loro, in modo graduale sicuro, tutelato, per la loro salute e la salute della collettività di uscire, di poter iniziare a fare un’attività psicomotoria: ovviamente non in gruppo, ma da soli”, sempre “nel pieno rispetto delle regole del contenimento e del contrasto al virus, la possibilità gradualmente di essere fatta”, ha concluso la ministra.
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