L’emergenza derivata dal Coronavirus potrebbe far comprendere appieno quanto sia sempre più indispensabile avere una “scuola digitale” che funzioni a pieno regime dappertutto.
Una “scuola digitale” che sia in sostanza la “scuola” per tutti.
La sospensione della didattica ha fatto emergere, infatti, tutte le crepe nelle scuole che ancora non si erano adeguate pienamente ad una nuova didattica basata anche su strumenti multimediali e digitali.
Un tema, quello della necessità di organizzare lezioni a distanza, che sarà ancora più importante da affrontare laddove l’emergenza dovesse essere ulteriormente allungarsi nei tempi.
Analizziamo ad esempio la Cina, il Paese da dove è partita questa emergenza sanitaria.
Le lezioni della scuola elementare sono trasmesse su uno dei canali televisivi statali, mentre gli studenti più grandi possono utilizzare una piattaforma di e-learning messa a disposizione di tutti che prevede oltre cento lezioni a coprire ben 12 materie diverse. Il governo cinese per garantire connessione a tutti ha arruolato i tre principali operatori di Telecomunicazioni del Paese mettendo a disposizione banda, e server per gli studenti.
In Italia le scuole che avevano avviato percorsi di digitalizzazione della didattica sono riuscite rapidamente e con successo a riorganizzarsi fornendo continuità alle lezioni con i nuovi strumenti, molte altre scuole più indietro in questo processo si sono completamente o parzialmente trovate impreparate ad affrontare in tempi rapidi il nuovo contesto.
In tanti casi i ragazzi sono addirittura senza libri perché lasciati in classe come da abitudine. E si va avanti a forza di comunicazioni dai docenti verso i rappresentanti di classe e quindi tramite le chat di classe su tutti i genitori con notevole impegno di tempo e di pazienza da parte di tutti.
Come può il docente intercettare in maniera sincrona tutti i suoi studenti senza uno strumento di calendar condiviso? Come fare le lezioni? Tramite uno strumento di video conferenza? Tramite dei video? Usando materiale digitale al posto del cartaceo?
Insomma, non è facile cambiare in corsa la modalità di apprendimento. Si passa da modalità di apprendimento passivo da parte dello studente ad un nuovo ruolo attivo, dove il ragazzo deve collaborare e sapersi districarsi tra i vari strumenti multimediali a disposizione.
Deve imparare a rimanere concentrato sul tablet e non aver la tentazione di andare su internet e distrarsi con le sue applicazioni preferite. Svegliarsi presto pur rimanendo a casa.
Serve anche formazione specifica per i docenti, non si ci può improvvisare “docente 3.0” solo perché ti hanno messo a disposizione dei webminar e perché le scuole sono chiuse.
Ci sono applicazioni on line a disposizione di facile utilizzo come ad esempio “Classdojo” che consente all’insegnante di interagire con i bambini piccoli per attività di disegno e scrittura. O “Spiral” che permette di costruire lezioni on line o di pubblicare contenuti interagendo anche con gli studenti tramite la possibilità di fare domande.
In conclusione, a parte strumenti on line di facile utilizzo e casi di successo di scuole già pronte, ci auguriamo che questa emergenza sanitaria finisca presto ma che lasci dentro la volontà di terminare in tempi rapidi il processo di digitalizzazione della scuola per tutti quanti.
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