“E’ una follia la reintroduzione del certificato obbligatorio per bambini e ragazzi che rientrano a scuola, prevista tra le nuove misure per il contenimento del coronavirus”, varate dal presidente del Consiglio dei ministri.
Questa è la reazione del segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, interpellato dall’Adnkronos Salute.
Secondo Scotti si tratterebbe di una misura priva di fondamento scientifico, data l’impossibilità di certificare con assoluta certezza la non contagiosità del paziente. Infatti, si chiede il segretario nazionale, nel caso in cui lo studente (e noi aggiungiamo anche il personale, visto quanto riportato nelle FAQ del Miur) dovesse incubare la malattia, “si profilerebbe una responsabilità del medico?”
Nel segnalare la mancata consultazione di medici di famiglia e i pediatri di libera scelta prima di assumere simili iniziative, Sctti ricorda che “il rilascio del certificato prevede una visita, non può essere rilasciato per via telematica”.
E ha aggiunto “considerando che molti genitori preoccupati hanno tenuto i figli a casa in questi giorni il volume di richieste, immagino, sarà elevato. Avremo quindi ambulatori più affollati e, quindi, più pericolo di contagio. E tutto per un’inutile pratica burocratica”.
Nel riprendere quanto deciso dal Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Istruzione ha ieri pubblicato una serie di FAQ. In particolare:
Chi si assenta da scuola perché malato deve portare il certificato medico?
Fino al prossimo 15 marzo, per le assenze per malattia superiori a cinque giorni, serve il certificato medico per poter rientrare a scuola. La disposizione è valida per tutti, alunni e personale scolastico.
Cosa faccio se nella mia Regione non c’è l’obbligo di portare il certificato medico oltre i cinque giorni di assenza?
L’obbligo è stato ripristinato per tutti, su tutto il territorio nazionale, in deroga a qualsiasi altra disposizione.
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