Negli Stati Uniti, secondo uno studio dell’University of California di San Francisco (Ucsf), un giovane su 3 può ammalarsi di Covid-19 in forma grave, con una vulnerabilità medica complessiva fra i giovani pari al 33% per i maschi e al 30% per le femmine.
Il numero di giovani infettati dal coronavirus Sars-CoV-2 è inoltre in aumento in tutta la nazione americana, per cui essere giovani potrebbe non proteggere a 360 gradi dal rischio di incorrere nella malattia in forma grave.
Ma non solo, gli studiosi americani evidenziano – confrontando la settimana del 21-27 giugno con quella del 12-18 aprile – un aumento del 299% dei ricoveri per i giovani adulti, rispetto a un aumento del 139% dei ricoveri per gli anziani. Il team medico ha determinato la vulnerabilità dei ragazzi facendo riferimento a indicatori identificati dai Cdc: condizioni cardiache, diabete, asma, patologie autoimmuni come lupus o artrite reumatoide, condizioni epatiche, obesità e fumo nei 30 giorni precedenti. Fra le altre cose è emerso che l’impatto del fumo ha superato altri rischi meno comuni.
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